PROFESSORE, LA SUA METAFORA SULLA MACCHINETTA CHE DISTRIBUISCE PANINI HA PROVOCATO UN'INFINITÀ DI POLEMICHE. COSA RISPONDE AL PRESIDENTE CROCETTA?
«Entrambi abbiamo come obiettivo di far diventare la nostra Sicilia la patria della scienza e della cultura. Con il presidente Crocetta non ci sono malintesi: la nostra collaborazione è franca e aperta. Per i nostri rispettivi ruoli, è chiaro che deve essere lui, nella sua qualità di presidente, ad esprimere il punto di vista ufficiale del governo siciliano. È altrettanto chiaro che io sono un uomo di scienza, libero di esprimere le mie opinioni personali, di cui rispondo come scienziato».
IL PRESIDENTE DEI VERDI, ANGELO BONELLI, SI È AUGURATO CHE NON FOSSE LEI MA UN SUO NOTO IMITATORE A PARLARE, FABIO GRANATA HA PENSATO A UNA PUNTATA DI «SCHERZI A PARTE», E COSÌ VIA. REPLICHI…
«Come è noto, apprezzo il senso dell'umorismo. Questi però sono argomenti seri. Da scienziato, credo, e non sono certo il solo nel mondo, che l'energia nucleare di pace sia una grande conquista della scienza destinata ad avere un ruolo fondamentale per evitare che i nostri posteri - a corto di sorgenti energetiche - siano costretti a tornare all'età della pietra. Progresso e alto livello di vita hanno bisogno di energia. Il fattore un milione da me citato nella metafora non ce l'ha nessuna fonte eccetto quella nucleare. È un giudizio scientifico, discutibile in base ad argomentazioni scientifiche. Non è certo una battuta di spirito, né, tanto meno, un programma di governo per la Sicilia».
LEI HA DETTO CHE LA PATRIA DI FERMI È SCHIAVA IN ENERGIA E CHE ABBIAMO DAVANTI UN OLOCAUSTO AMBIENTALE: LA SOLUZIONE STA NEL NUCLEARE?
«L'Italia non è un Paese libero. È un paradosso che la patria di Fermi sia schiava nel settore vitale delle sue necessità energetiche. Non dimentichiamo che fu Enrico Fermi ad accendere il primo fuoco nucleare di pace, dando all'uomo una potenza un milione di volte superiore a quella che l'umanità era riuscita ad avere fino a quella data. Adesso siamo in cronaca. Facciamo un salto di mille anni. Fra mille anni i nostri posteri non torneranno all'età della pietra. L'alto livello di vita esige che l'energia pro-capite sia come la nostra. Noi però siamo un miliardo. Gli altri sei miliardi vorrebbero la stessa quantità di energia pro-capite. Ecco dove nasce il bisogno del milione. Il rischio di olocausto ambientale è nell'industrializzazione selvaggia e nella violenza economica, non nel nucleare».
DAL SUO PUNTO DI VISTA, IL NUCLEARE È SICURO: PER LEI GLI INCIDENTI DI FUKUSHIMA E DI CHERNOBYL SONO STATI CAUSATI DA IRRESPONSABILI.
«Nel 1940 non esisteva la tecnologia nucleare. I fisici del Progetto Manhattan li ho conosciuti tutti, eccetto Fermi che morì nel 1954. Questi grandi scienziati riuscirono a creare dal nulla - in appena 5 anni - due realtà: reattori nucleari (tecnica di pace) e bombe (tecnica di guerra). Nonostante l'incredibile livello di sviluppo tecnologico, nemmeno un incidente. I padri del Progetto Manhattan si chiedevano cosa sarebbe successo quando il famoso fattore "un milione" sarebbe passato dalle mani della vera grande scienza a quelle della violenza economica e industriale. Fukushima e Chernobyl sono la risposta».
È STATO UN ERRORE SCEGLIERE DI NON PRODURRE ENERGIA NUCLEARE IN ITALIA?
«Nello stato attuale in cui si trova l'Italia, la saggezza popolare ha scelto il no. C'è stato un referendum votato da milioni di cittadini. Non ne ho contestato il risultato. Faccio notare che nel comitato governativo nucleare per le centrali in Italia il mio nome non c'era. Tragga lei le conclusioni».
GUARDANDO AL FUTURO, SI SENTE PIÙ OTTIMISTA O PESSIMISTA?
«Se non siamo ottimisti adesso, quando mai potremo esserlo? Ciascun abitante di questo satellite del Sole - chiamato Terra - ha dormito per mezzo secolo, quello della Guerra Fredda, su un letto imbottito con diecimila chili di tritolo equivalente, pronto per esplodere. Noi siciliani abbiamo un motivo speciale per essere ottimisti: finalmente un governo con il presidente in prima linea affinché l'immagine della Sicilia nel mondo possa essere quella di patria della scienza e della cultura al passo con le grandi conquiste della scienza».