A
poco più di un mese all’inizio della scuola, delle già poche immissioni
in ruolo annunciate al Parlamento si sono perse le tracce. È
inspiegabile, perché i posti liberi sono oltre 73mila e i vincitori del
concorso a cattedre devono essere collocati al più presto. Se non si
farà in fretta ci ritroveremo con l’ennesimo inizio di anno scolastico
all’insegna del caos. A poco più di un mese all’inizio della scuola
rimangono in alto mare le 15mila immissioni in ruolo annunciate da
tempo in Parlamento dal Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara
Carrozza: anche se rimangono un’offesa alla categoria, perché
rappresentano solo il 20% dei posti da chiedere, queste assunzioni
permetterebbero di alleviare una parte dei problemi legati alla
mancanza di continuità didattica di cui soffre il nostro sistema
scolastico. A quanto risulta al sindacato, per procedere all’assunzione
dei nuovi docenti, manca ancora il decreto autorizzatorio del Ministero
dell’Economia e delle Finanze: si tratta di un passaggio
indispensabile, per ottenere il quale il ministro Carrozza farebbe bene
a predisporre adeguate pressioni nei confronti dei colleghi di Governo
ed in particolare del Mef. Considerando che vi sono ancora i margini di
tempo necessari, Anief invita anche il Ministro dell’Istruzione ad
inviare al Mef un’estensione delle immissioni in ruolo. Perché se è
vero, come il sindacato ha denunciato alcuni giorni fa, che in diverse
province (soprattutto al Sud) per i vincitori del concorso a cattedra
non ci saranno posti disponibili – per colpa delle degli errori di
calcolo e di programmazione, del dimensionamento, delle riforme Gelmini
e Fornero che hanno ridotto cattedre, tempo scuola e turn over -, è
altrettanto vero che una parte delle cattedre considerate al 30 giugno
vanno in realtà trattate come libere. E quindi utili per le assunzioni.
I vincitori, infatti, non possono essere lasciati al loro destino, dopo
aver dimostrato - attraverso una prova preliminare, tre scritti, due
colloqui orali e, in alcuni casi, anche una verifica pratica – di
meritare di fare gli insegnanti nella scuola pubblica italiana. E
chiedono di rendere esecutivo un loro diritto: in Friuli, Liguria,
Molise, Piemonte e Puglia sono state pubblicate le graduatorie
provvisorie. In Valle d’Aosta, a Trento e Bolzano, già quelle
definitive. Inoltre, i posti vacanti dei docenti – che secondo la
Flc-Cgil sarebbero solo 25mila – in realtà sono in questo momento circa
53mila: stiamo parlando di oltre 23mila tra curricolari e sostegno, più
altri 30mila solo di sostegno che il Ministro ha detto di voler
trasformare da posti in deroga in unità da aggiungere all’organico di
diritto. Un altro dato, non trascurabile, è che ci sono 20mila Ata da
immettere in ruolo: i 5.336 approvati lo scorso anno, ma mai assunti
per via della ancora irrisolta questione dei docenti inidonei; i 3.000
posti chiesti dal Miur per il prossimo anno scolastico; gli 11.851 che
l’amministrazione ha concordato di assorbire in cambio dei servizi
assegnati dalle ditte di pulizia esternalizzate alla scuola. “In
effetti - dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario
organizzativo Confedir – i posti su cui poter assumere potrebbero
essere davvero molti di più. Ma occorre che il Miur decida di applicare
quello che diversi tribunali del lavoro hanno stabilito, a proposito di
particolari tipologie di posti liberi sino al 30 giugno: si tratta, in
questi casi, di veri e propri posti liberi, quindi da considerare fino
al 31 agosto. E quindi da annoverare tra quelli da dare al ruolo”. Se
entro la prossima settimana – quando verrà pubblicato l’aggiornamento
delle graduatorie ad esaurimento, con lo scioglimento di migliaia di
riserve - non dovesse essere presentato il piano dettagliato delle
immissioni in ruolo da attuare in questa estate, ci ritroveremo con
l’ennesimo avvio di un anno scolastico inficiato da un tourbillon di
cambi continui di insegnanti, di cattedre scoperte, assegnate
provvisoriamente e di docenti precari (visto che pure le supplenze
annuali verrebbero assegnate con inspiegabile ritardo) che vagano per
8mila scuole. E, soprattutto, con otto milioni di alunni costretti,
loro malgrado, a pagare sulla loro pelle le conseguenze di una cattiva
gestione dell’istruzione pubblica. “Sembra quasi di vivere – continua
Pacifico - una situazione irreale: le commissioni delle regioni stanno
emettendo i nominativi dei vincitori del concorso a cattedra, ma
proprio per chi ha superato il concorso cresce, contemporaneamente,
l’ansia perché si stanno rendendo conto di aver vinto una selezione che
potrebbe incredibilmente non vederli assunti in ruolo. E rimanere per
strada. Perché l’amministrazione - conclude il sindacalista
Anief-Confedir - non intender nemmeno farli inserire nelle graduatorie
ad esaurimento per accedere alle supplenze annuali”.
Anief.org