Con la legge di
stabilità per il 2014 il Governo introdurrà una sorta di reddito minimo
ed il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini ha elaborato un piano che
viene incontro alle famiglie in difficoltà e sono tante, specie nel
Meridione. In un’intervista a "Repubblica" il Ministro ha dichiarato
che “ il “sostegno d’inclusione attiva” sarà introdotto con gradualità
e prevederà un’integrazione per chi ha un reddito sotto la soglia di
povertà” Sono state introdotte anche delle norme specifiche di
applicazione e sono indicati i requisiti per avere accesso al sussidio:
“Il sostegno si riceverà solo a condizione che ci si attivi seriamente
a cercare un lavoro e che, se si hanno figli, si mandino a scuola e si
portino ai controlli medici”.
Per dare efficace garanzia all’applicazione di tale requisito la scuola
non può restare esclusa e si potrebbe proporre al Ministro che parte di
questo sussidio riguardante il servizio d’istruzione sia assegnato
direttamente alla scuola che se fa carico nella gestione, così da poter
garantire l’acquisto dei libri, dei sussidi necessari, del computer e
del materiale didattico, la contribuzione integrativa per la refezione
scolastica, il trasporto se necessario, le attività di recupero o di
potenziamento, il corso di qualificazione linguistica, la pratica
sportiva, i viaggi d’istruzione, le visite ai musei e quanto afferisce
alla vita ordinaria dello studente.
La scuola garante della regolarità delle procedure costituisce un punto
fermo di riferimento per la famiglia ed un vero sostegno per la
crescita dei ragazzi con disagi familiari.
Questa iniziativa viene considerata un’azione di supplenza, ma risulta
efficace per lo studente e la famiglia e contribuisce in maniera
positiva alla crescita dell’alunno collaborando alla gestione
dell’intera giornata scolastica a tempo pieno e prolungato.
Anche gli eventuali corsi di recupero e le attività sportive potrebbero
avere da questi “sussidi per l’inclusione attiva” una maggiore
efficacia di regolare continuità a beneficio degli alunni e con il
coinvolgimento dei compagni di classe.
Qualcuno dirà che non è competenza della scuola gestire tale servizio,
che afferisce alla sfera dei servizi sociali. E’ vero, ma “gli alunni
sono nostri e ci appartengono” e anche se non è un servizio contemplato
nei mansionari scolastici, è un dovere morale “prendersi cura dello
studente” e di questi studenti “particolar” non sempre le istituzioni
si prendono cura, limitandosi ad erogare sussidi, che, oggi, a seguito
delle ristrettezze economiche degli Enti locali si riducono sempre più
a danno dell’intera comunità cittadina.
Gestire e amministrare i sussidi per l’inclusione attiva potrebbe
essere una forma speciale di accompagnamento e di efficace sostegno
allo studente, cosicché la scuola possa svolgere un’azione di efficace
centralità formativa.
Chi dovrà svolgere tale servizio? E’ questa una domanda da porsi dopo
che la proposta sarà accolta se ritenuta opportuna, ma potrebbe
coincidere con la segreteria della didattica con la supervisione del
dirigente e di un docente referente con funzione strumentale di
assistenza agli alunni, in dialogo educativo con la famiglia.
E’ mortificante dover rilasciare un semplice foglio di carta per
attestare la frequenza dell’alunno, da presentare ai servizi sociali,
se poi questa frequenza non risulta efficace e coinvolgente per lo
studente e contribuisce poco o parzialmente alla formazione dell’alunno
e se l’alunno non studia e non rende scolasticamente, anche a causa
delle carenze di base che non si riescono a colmare e la famiglia non
ha mezzi necessari e le opportunità formative e di crescita culturale
sono limitate o nulle.
Si è assistito nel tempo al cattivo uso persino del buono libro che, a
volte, veniva “scambiato” in macelleria invece che in libreria. Una
fetta di carne fa più sostanza!
Tra le proposte innovative lanciate da Tuttoscuola nel dossier “Sei
idee per rilanciare la scuola”, si legge, infatti,: “Si potrebbe anche
lanciare un programma di sostegno alle famiglie con difficoltà
economiche (com’è stato fatto in Brasile), o agli esodati o ai
lavoratori in Cig, condizionando il sussidio al fatto che i figli
continuino a studiare (condizione verificabile utilizzando in maniera
appropriata l’anagrafe scolastica, finalmente disponibile) ”.
Il Governo ha fatto un passo avanti e noi non possiamo restare fermi a
guardare.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it