In
occasione del Congresso regionale dell’ANIEF, celebrato a Taormina
presso l’Hotel Villa Diodoro, l’associazione professionale sindacale ha
promosso un seminario di studio sulla figura, il ruolo e la funzione
del docente RSU nella contrattazione integrativa.
L’incontro introdotto dal presidente Marcello Pacifico ha avuto come
relatrice ed ospite la dott.ssa Caterina De Luca, responsabile per le
relazioni sindacali presso il MIUR, ufficio di gabinetto.
La relatrice ha ben tracciato i compiti e le funzioni del docente RSU
secondo le indicazioni proposte dai decreti che portano i nomi dei
Ministri Cassese (421); Bassanini (59) e Brunetta (150).
Tre tappe della legislazione dello Stato, che hanno modificato anche
l’assetto organizzativo della scuola, equiparata alle aziende e quindi
modificando la funzione del dirigente scolastico che diventa “datore di
lavoro” e del docente educatore che viene equiparato ad un lavoratore e
come tale da “tutelare” nei suoi diritti.
I principi di “efficacia, efficienza, economicità”,
integrati ad una quarta “e” dell’etica amministrativa hanno guidato e
rinnovato l’assetto organizzativo della scuola, producendo una migliore
qualità del servizio, ma a volte una mentalità riduttiva del servizio
scolastico che non può essere equiparato ad un lavoro di produzione
materiale e commerciale.
Spesso ed in alcuni operatori prevale la cultura
dell’ordinario, intesa come il “far poco” e “nulla di più”, quasi un
contrappeso allo stipendio che si percepisce.
Le finalità e compiti del docente RSU sono
indirizzate alla ricerca di una sempre migliore qualità del servizio
scolastico, ma spesso tale compito viene strumentalizzato come
occasione di “potere”, causa di litigi e di contrasti all’interno della
comunità scolastica, gara di sopraffazione tra i diversi sindacati che
cercano sempre di acquisire numeri, deleghe e privilegi.
Il dettame legislativo è di alto spessore
nell’enunciato teorico, ma l’applicazione pratica spesso contrasta le
indicazioni e i suggerimenti del Legislatore.
Con il decreto Brunetta la questione concernente le
competenze delle RSU che risultano ridimensionate, ha determinato una
giurisprudenza confusa e contrastante, in mancanza del rinnovato
contratto di lavoro.
Secondo alcune interpretazioni, il titolo di RSU,
costituisce inoltre un privilegio al mantenimento del posto di lavoro,
in caso di riduzione delle cattedre e viene trasferito il penultimo
della graduatoria, qualora il docente RSU fosse l’ultimo.
La ricerca del miglior bene della scuola dovrebbe
sottendere a tutti gli interventi delle RSU, indipendentemente dal
sindacato di appartenenza, ma spesso capita che la visione di scuola
diversa tra i sindacati e gli interessi personali da tutelare
sovrastano il “bene comune”, la crescita e lo sviluppo della scuola e
s’indirizzano verso forme o di compromessi o di ricatti nei confronti
del dirigente che svolge il compito di “parte pubblica” nella
contrattazione del fondo d’Istituto, che si riduce ogni anno sempre di
più.
L’affermazione “teorica” che la progettualità della
scuola non dovrà essere modificata in relazione al fondo d’Istituto
assegnato, resta una vera utopia.
Lo dimostra il fatto che tanti progetti attivati negli anni precedenti,
quest’anno, considerata la riduzione e la scarsità delle risorse
disponibili, non vengono attuati o, se già avviati, vengono ridotti
nella quantità delle ore.
Le indicazioni ministeriali circa la trasparenza e la pubblicizzazione
degli atti connessi alla gestione amministrativa della scuola non
sempre hanno trovato attuazione e come ha indicato il DSGA Leonardo
Gesù nella sua relazione, occorre operare una distinzione tra le
“comunicazioni “ che hanno la valenza di una riservatezza per le
persone destinatarie e gli “avvisi” che coinvolgono diverse categorie
di destinatari: alunni, genitori, organizzazioni sindacali.
Puntuali anche gli interventi del DSGA Giuseppe Capuana, ricchi di
esemplificazioni e di operatività frutto di esperienze effettivamente
vissute e gestite con competenza.
Nonostante i molteplici disagi e intoppi burocratici la buona volontà e
la professionalità di alcuni docenti consentono alla scuola italiana di
essere sempre attiva e vigile per la formazione dei giovani e il
servizio d’istruzione offerto trova riscontro nei positivi risultati
finali conseguiti dagli alunni.
Che la scuola cresca sempre e che il docente non perda mai di vista che
la sua funzione educativa non trova riscontro nell’azione del
mansionario di “operatore scolastico”.
I corsi di formazione promossi dall’Anief, attraverso “Eurosofia”, ente
di formazione professionale collegato all’Università “Pegaso”, potranno
essere di valido aiuto per una sempre maggiore qualificazione
professionale nel difficile compito educativo.
Se l’educazione è un fatto di cuore, chi opera nella scuola ha
necessità di avere un cuore sano e forte ed anche un “buon fegato” per
superare le traversie del quotidiano.
Giuseppe Adernò