Ancora non è
finita. Ma in attesa della sentenza della Corte di Giustizia Ue,
prevista tra luglio e settembre 2014, un principio è stato assodato, il
contratto a termine non è legittimo e il lavoratore precario va
risarcito. "Finalmente una
disposizione che ripristina la legalità" afferma il Segretario
Generale di Federistruzone, Antonio Scarpellino a Retenews24. E’
recente, infatti, la sentenza della Corte di Cassazione, (n. 26951 del
2 dicembre 2013), che cancella le due precedenti (392/2012 e
10127/2012), riconoscendo ai precari ai sensi dell’art.36 del dlgs
165/2001 il diritto al risarcimento del danno per illegittimità e abuso
dei contratti a termine. Questa sentenza della Suprema Corte dovrebbe
anticipare di qualche mese quella della Corte di Giustizia europea sul
medesimo tema.
La Cassazione sembrerebbe accogliere, quindi, le disposizioni della
Commissione europea nei confronti dell’Italia per "utilizzo abusivo del
personale precario", inizialmente intrapresa solo per il personale non
docente della scuola, poi nel 2012 estesa anche al personale docente e
il 26 agosto 2013, in seguito a numerosissime denunce, a tutto il
pubblico impiego.
L’Italia ha, ormai, solo due mesi di tempo per indicare quali
iniziative porterà avanti per arginare il precariato. Qualora le scelte
indicate dall’Italia non soddisfino Bruxelles si rischierebbe il
deferimento alla Corte di giustizia, con relativa erogazione di multe
salatissime fino a 8 milioni di euro.
Le piogge di risarcimento danni che potrebbero riversarsi sullo Stato
italiano da parte dei precari, quindi, spingono verso una sola via da
intraprendere, e, cioè, l’attivazione di procedure di conciliazione
presso i tribunali con stabilizzazione del posto di lavoro, al fine di
non gravare sulle già instabili casse dello Stato.
Adriana
Costanzo - Retenews24.it