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Il Consiglio di amministrazione dell’Università di Catania, nella
seduta odierna – a conclusione di un procedimento avviato nella seduta
del 28 marzo scorso, nel corso della quale erano emersi fatti e
comportamenti tenuti dal Direttore generale dott.
Lucio Maggio che avevano indotto il Consiglio a contestare allo stesso
Direttore gravi irregolarità nella gestione – non avendo condiviso i
chiarimenti forniti dal dott. Maggio con una propria nota scritta e
valutati altresì i comportamenti assunti successivamente all’apertura
del procedimento, tenendo infine conto del parere favorevole del Senato
accademico, ha deliberato di revocare l’incarico di Direttore generale
dell’Ateneo al dott. Maggio e di risolvere il contratto con lui
stipulato.
Unict, revocato l’incarico a Lucio Maggio L’ex direttore generale
querela il rettore
Di Carmen Valisano | 16 maggio 2014
Da domani il docente di Diritto romano lascerà il vertice
dell’Università etnea. Il Consiglio d’amministrazione ha da poco
ratificato la rimozione dall’incarico, avviando la procedura per la
selezione e la nomina del sostituto. Il dirigente, dal canto suo,
prosegue nel muro contro muro, portando la vicenda nelle aule di
tribunale
È ufficiale: Lucio Maggio da domani non sarà più direttore generale
dell’Ateneo di Catania, ma lo scontro tra il docente di Diritto romano
e i vertici universitari catanesi non si concluderà con questo atto.
Durante l’ultima riunione del Consiglio d’amministrazione terminata
pochi minuti fa è stata deliberata la revoca dell’incarico. Anche se,
in realtà, la certezza si aveva da martedì, quando anche il Senato
accademico ha ratificato la decisione del rettore Giacomo Pignataro di
sollevare Maggio dal suo ruolo. Quest’ultimo, come aveva promesso, sta
dando battaglia spostando sul piano giudiziario la vicenda.
Dopo l’esposto al Tribunale del lavoro depositato lo scorso 4 aprile
contro il magnifico e i docenti del Cda che hanno votato una mozione di
censura per la sua condotta bollata come irregolare, Lucio Maggio ha
presentato una querela nei confronti dei piani alti di palazzo
Centrale. «Per gli stessi fatti e altri successivi», precisa il legale
del docente, Dario Riccioli. Una decisione presa dopo il 4 aprile, ma
prima della sospensione disposta il 21 dello stesso mese. La notizia
l’ha data lo stesso Maggio in una conferenza stampa alla quale CTzen,
testata che per prima ha anticipato la sospensione del dirigente, non è
stata invitata. Destinatari del nuovo provvedimento sono il magnifico,
il direttore generale vicario Piergiorgio Ricci e alcuni dei membri del
Consiglio. «Sarà la Procura a individuare le eventuali responsabilità
penali», spiega Riccioli. Ma non è ardito immaginare che i nomi esclusi
siano gli stessi che hanno appoggiato l’ormai ex direttore generale
anche in occasione della mozione di censura, ossia Febronia Elia,
Enrico Iachello e Maria Antonietta Toscano.
«Con l’avvento di un nuovo rettore – Giacomo Pignataro, subentrato ad
Antonio Recca l’anno scorso, nda – sembra che io mi sia trasformato in
una sorta di “delinquente abituale”, colpevole di irregolarità di ogni
sorta», aveva lamentato Maggio in una lettera dai toni accesi nella
quale respingeva ogni accusa nei suoi confronti. Diverse sono le
decisioni da lui prese al centro della vicenda. Dal parere, giudicato
errato, dato dall’ex direttore in una questione di competenza del
rettore (episodio alla base del primo cartellino giallo) alla questione
successiva e più grave del rinnovo autonomo di due contratti
dirigenziali già indicati assieme ad altri tre come non conformi alla
legislazione in materia dall’Avvocatura di Stato. La riconferma dei due
rapporti di lavoro, sostengono fonti del Rettorato, potrebbe
contribuire ad aggravare la posizione dell’ateneo. Nel caso in cui
Unict dovesse adeguarsi al parere espresso dall’Avvocatura, i dirigenti
esclusi potrebbero decidere di ricorrere contro i vertici di palazzo
Centrale innescando - anche qui - un processo fatto di carte bollate e
richieste risarcitorie.
A queste accuse Lucio Maggio ha replicato attraverso una lettera
sostenendo di «non avere in alcun modo travalicato i limiti delle mie
competenze – e, inoltre – di non avere mai contraddetto un
(inesistente) atto di indirizzo del Consiglio di amministrazione».
Difendendo anche la scelta di prorogare i contratti incriminati, senza
violare i «limiti di legge in materia di incarichi dirigenziali
esterni». Il docente di Diritto romano non lascia dichiarazioni,
lasciando parola al suo legale. «È una questione che colpisce chiunque
abbia una particolare sensibilità», risponde Dario Riccioli alla
domanda sulla reazione di Maggio. «Ha lavorato sempre per l’Università
– prosegue – Essere perseguitato gli ha provato uno stato d’ansia».
Agire per vie legali è «l’unico modo per tutelare la sua immagine».
Bocche cucite per ora da palazzo Centrale. Il rettore Pignataro non ha
voluto per il momento replica. La vicenda verrà trattata dal magnifico
lunedì mattina, nel corso di una conferenza stampa, quando verrà,
probabilmente, comunicato anche il nome del sostituto di Lucio Maggio.
Tra i corridoi di palazzo Centrale circola la voce che il nuovo
incarico dovrebbe essere affidato a un dirigente già in servizio
nell’Ateneo catanese.