Università.
Il rettore sul direttore generale "licenziato": «Ha disconosciuto il
ruolo del Cda» Il rettore Giacomo Pignataro per la prima volta accetta
di illustrare le motivazioni che hanno portato alla revoca del
direttore generale dell'ateneo.
Per quale motivo, finora, ha preferito non intervenire su questa
vicenda?
«Questa non è stata, come si è detto da più parti, una faida, ma un
procedimento interno formalizzato e basato sulla contestazione di fatti
precisi, quindi bisognava evitare qualsiasi clamore estraneo al
procedimento. Non c'è stato un conflitto personale tra il rettore e il
direttore Maggio, né, tantomeno, una vicenda di spoil system.
Questo procedimento ha visto coinvolti il Senato accademico e il
Consiglio d'amministrazione, circa 50 persone che hanno valutato i
fatti con ruoli e responsabilità diverse, e si tratta di organi la cui
composizione è preesistente alla mia elezione.
Voglio ricordare che il cda - lo stesso che, ad eccezione del rettore,
aveva nominato il dottor Maggio direttore generale - è composto da
docenti di primo piano, da studenti che rappresentano migliaia di loro
colleghi, da personalità esterne tra cui un ex rettore, il prof. Pietro
Paolo, il prefetto Sinesio, la dottoressa Caramelli direttore
dell'Istituto zooprofilattico di Torino. Infine, tutte le scelte del
cda si sono avvalse del parere dell'Avvocatura dello Stato, l'organo
legale dello Stato che rappresenta le ragioni dell'interesse pubblico».
Su quali argomentazioni vi siete basati per motivare la vostra scelta?
«Tutto inizia nel cda del 28 marzo quando, secondo la valutazione del
Consiglio, sono emersi alcuni atti compiuti dal direttore generale
senza la necessaria legittimazione.
Il primo atto è un contratto di manutenzione di un impianto
antincendio, per circa 130.000 euro per un anno, scritto sulla base di
un cottimo fiduciario autorizzato dal dottor Maggio senza che ne avesse
il potere tanto che, nella seduta del 28, ne chiede la ratifica al
Consiglio riconoscendo implicitamente che la sua autorizzazione era
insufficiente. Ratifica negata dal cda, così come è stato negato il
rinnovo per un altro anno del medesimo contratto perché questo,
peraltro, avrebbe violato le norme sul cottimo fiduciario che pone il
limite massimo di 200.000 euro.
Il secondo atto è la proroga di due contratti di dirigenti per due
anni, proroga valutata illegittima dal cda e riconosciuta come priva di
effetti. Questi sono gli atti che hanno dato origine alla
contestazione, e al procedimento, ritenendo che possano rappresentare
gravi irregolarità potenzialmente riconducibili anche ad una revoca del
mandato laddove non siano adeguatamente giustificati. Per questo
abbiamo previsto che il direttore generale potesse portare le proprie
ragioni e giustificazioni nella seduta del 28 aprile».
Sta dicendo che non era detto che si arrivasse alla revoca?
«Se ci fosse stata questa volontà, dal momento che non si tratta di un
procedimento disciplinare, avremmo potuto procedere subito alla revoca.
Invece abbiamo aperto un procedimento per valutare le ragioni del
direttore generale, ma il dottor Maggio in maniera implicita, e
soprattutto esplicita, ha rifiutato di riconoscere qualsiasi
legittimità alla delibera del Cda e, in particolare, non ha ritenuto
efficace la parte della delibera in cui il Consiglio riconosceva come
priva di effetti la proroga del contratto dei dirigenti. Questo è stato
particolarmente rilevante nel caso di uno dei due dirigenti, l'ing.
Cullarà, perché il suo contratto scadeva il 7 aprile e, dunque,
bisognava procedere, anche temporaneamente, alla sua sostituzione.
Invece Maggio non l'ha sostituito neppure come responsabile del
procedimento di diversi lavori pubblici in corso all'interno
dell'Ateneo. Quindi il cda, per attuare le delibere del 28 marzo, ha
dovuto diffidare il dottor Maggio e poi, il 22 aprile, l'ha dovuto
sospendere dalle funzioni. E non per mettere "un uomo del consiglio" al
suo posto, tant'è che gli è subentrata la persona da lui scelta come
vicario, cioè l'ing. Ricci, che ha proceduto, nella sua autonomia, a
fare le cose che Maggio non aveva fatto.
Inoltre, nonostante nella delibera del cda ci fosse anche il divieto di
accesso ai locali dell'ateneo, il dottor Maggio ha continuato ad essere
presente nel suo ufficio, ha espressamente dichiarato che voleva
continuare ad esercitare le sue funzioni, ha preteso di utilizzare
tutti gli strumenti e i servizi che competono al direttore generale
tant'è che abbiamo dovuto esporre i fatti alla Procura della Repubblica
affinché valuti se nel comportamento tenuto dal dottor Maggio dopo la
sua sospensione si ravvisino ipotesi di reato.
Infine, nonostante abbia avuto la possibilità di spiegare e di
ricucire, in un rapporto di collaborazione, la relazione con il Cda
all'interno di un percorso istituzionale, il dottor Maggio ha preferito
disconoscere il ruolo del cda minando definitivamente il rapporto
fiduciario che deve necessariamente esistere con il Cda che sceglie il
direttore generale senza vincoli di alcun genere, senza fare concorsi o
valutazioni comparative, ma sulla base della fiducia che si ripone in
quella persona. E del resto un rapporto di leale collaborazione deve
esistere tra tutti gli organi dell'ateneo».
C'è stato qualche punto in cui avete avuto incertezze nell'arrivare
alla vostra scelta?
«Le scelte che abbiamo dovuto assumere sono state difficili, ma la
nostra serenità deriva dal fatto che abbiamo fatto sempre una
valutazione tecnicamente fondata e soprattutto guardando all'interesse
del buon funzionamento dell'ateneo. Il nostro ateneo sta lavorando
seriamente perché opera una squadra - composta da Senato accademico,
cda, direttori di dipartimento, presidenti dei consigli di corso di
laurea - che, pur nella difficoltà del momento, sta cercando di
migliorare la qualità dei servizi e della didattica e di intensificare
il livello e la qualità della ricerca scientifica. Tutte le più
importanti delibere, ivi inclusa, purtroppo, quella della revoca del
direttore generale, sono state assunte all'unanimità».
Su questa vicenda ha avuto modo di confrontarsi con il Ministero
dell'Università e con la Conferenza dei rettori?
«Sì, certamente, visto il clamore che ha suscitato. Ho avuto delle
valutazioni che non è il caso di riportare».
Ci sono precedenti del genere in altre università?
«Credo che ci sia stato un precedente di sospensione del direttore
generale, se non sbaglio a Foggia, per altri motivi, ma nessuno che
abbia visto comportamenti in cui un direttore generale abbia rifiutato
la collaborazione con il cda»
Unict, i motivi della revoca di Lucio Maggio Rettore: «Nessuna faida,
siamo stati costretti»
http://ctzen.it/2014/05/19/unict-i-motivi-della-revoca-di-lucio-maggio-rettore-nessuna-faida-siamo-stati-costretti/
Di Desirée Miranda | 19 maggio 2014
«Un provvedimento interno formalizzato con regole precise e basato
sulla contestazione di fatti specifici». Sarebbero gravi le colpe
dell’ex direttore generale Lucio Maggio per cui dall’Università di
Catania hanno deciso di revocare il contratto. Al suo posto il suo
vicario, adesso direttore generale facente funzioni, Piergiorgio Ricci.
Decisioni per nulla gradite, però, da Maggio che passa al contrattacco
con alcune querele. I perché del licenziamento in una conferenza stampa
al rettorato questa mattina
«L’ateneo non è spaccato, sta lavorando di comune accordo e questa
vicenda mi ha molto amareggiato. Nessuno avrebbe voluto arrivare a
questo punto, ma siamo stati costretti a farlo». Sono queste le parole
del rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro, in merito
alla vicenda dell’ormai ex direttore generale Lucio Maggio, terminata
con il suo licenziamento.
Dopo giorni di silenzio stampa, l’Ateneo etneo rende pubblici i motivi
che hanno portato il Consiglio d’amministrazione – dopo il parere
positivo del Senato accademico – a decidere all’unanimità per la revoca
del contratto di Lucio Maggio. «Non c’è nessuna faida interna -
specifica Pignataro – ma si tratta di un provvedimento interno
formalizzato con regole precise e basato sulla contestazione di fatti
specifici». Nessuna lotta interna, né tanto meno personale, dunque,
specifica il rettore, anche perché «è un procedimento che coinvolge
diversi organi d’Ateneo con ruoli e responsabilità differenti. Il
Consiglio d’amministrazione, inoltre, è lo stesso che lo ha nominato
direttore generale nel 2012».
Gravi sarebbero infatti le colpe di Maggio e due in particolare. Da una
parte avrebbe stipulato e poi tentato di rinnovare un contratto di
manutenzione sulla base di un cottimo fiduciario; dall’altro avrebbe
provveduto al rinnovo di due contratti dirigenziali a tempo
determinato. Il problema, però, è che in entrambi i casi, Lucio Maggio
non avrebbe avuto le competenze per farlo, «tanto che lui stesso ha
chiesto al Cda di ratificarli, cosa che però non è mai avvenuta»,
afferma il rettore Pignataro.
A ricoprire il ruolo di direttore generale facente funzione, in attesa
della nomina del nuovo direttore generale, è Piergiorgio Ricci. Già
dirigente dell’area prevenzione e sicurezza dell’Ateneo, era stato
nominato dallo stesso Lucio Maggio come direttore generale vicario.
«Sono stato chiamato per proseguire l’attività amministrativa. Il mio è
un ruolo istituzionale e in questo senso mi muovo e lavoro. Ognuno fa
le sue scelte – dice – io credo che per il ruolo che siamo chiamati a
ricoprire il primo interesse debba sempre essere quello delle
istituzioni», afferma.
Nonostante la sua nomina sia stata decisa da Maggio però, i loro
rapporti sembrano essersi incrinati in questi ultimi tempi. Se è vero
che Ricci riferisce di avere ricevuto «gli auguri di buon lavoro» da
parte dell’ex direttore generale, è anche vero che quest’ultimo non
solo non ha accettato la decisione degli organi d’ateneo, ma è partito
al contrattacco. Considerandosi ingiustamente trattato come un
«delinquente abituale», ha infatti deciso di querelare il rettore
Pignataro, il direttore generale vicario Ricci e alcuni componenti del
Consiglio di amministrazione dell’Ateneo.
In attesa di capire quali saranno gli sviluppi in tribunale, «nelle
prossime sedute di Senato accademico e Consiglio d’amministrazione già
calendarizzate per la prossima settimana, sceglieremo il nuovo
direttore generale», annuncia Pignataro. «Di certo, come richiede la
legge - aggiunge - dovrà avere un’esperienza pluriennale che ci
consenta di migliorare in efficienza e qualità, ma soprattutto –
conclude – che sappia stabilire quel rapporto fiduciario e di reale
collaborazione davvero necessario con gli altri organi».
http://www.lasicilia.it
di Pinella
Leocata
Lunedì 19 Maggio 2014