L’Ocse bacchetta gli studenti italiani. L’indagine promossa realizzata per l’Italia dall’Isfol sono desolanti: gli alunni italiani, in una scala che va da zero a 500, nelle abilità alfabetiche fondamentali per vivere e lavorare, hanno un punteggio di 250, contro una media Ocse di 273 mentre ai primi posti c’è il Giappone e la Finlandia. Quanti studenti italiani dei licei, istituti tecnici e professionali sono in grado di interpretare correttamente un testo? La maggior parte studia mediamente una - due ore al giorno, la loro attenzione durante una lezione dura massimo 15*20 minuti. Gli studenti li conosciamo, sono opportunisti, simpatici ma un po' paraculi.
Proprio oggi ho iniziato l’ultimo giro di interrogazioni del quadrimestre sui progetti informatici. La valutazione è stata per quasi tutti negativa (hanno tempo ancora 10 giorni). Gli studenti hanno pensato bene di innescare una polemica cercando di convincermi che due progetti io non li avevo spiegati ad un certo punto una mano si è alzata ed ha detto: "il prof ha ragione". Ho verificato nel registro on line, l'argomento l'avevo addirittura spiegato due volte su richiesta degli stessi studenti. Loro ci provano, con noi genitori, con noi insegnanti ma bisogna essere corretti e devono imparare che la bugia non paga mai. Mi domando come si possa lasciare in mano agli studenti un sistema di valutazione o di partecipazione alla valutazione dei docenti.
Possiamo fidarci della loro obiettività? A loro, si potrebbe chiedere il grado di soddisfazione sulle pulizie delle aule, dei laboratori, delle attrezzature, se con i contributi volontari sull'acquisto di nuove attrezzature... palestre, ecc
Come fa uno studente a valutare gli insegnanti con una, due lauree e master e 30 anni di servizio quindi secondo la "buona scuola di Renzi" un paziente dovrebbe essere in grado di valutare un chirurgo?
Questi giovani dovrebbero valutare la nostra professionalità? Come diceva Totò: "ma mi faccia il piacere...".
Un’altra considerazione riguarda molte mamme “tuttologhe” che vivono solo ed esclusivamente con l'obiettivo di difendere il proprio figlio anche davanti all'evidente errore commesso dallo stesso.
I docenti non sono delle torte da assaggiare e da valutare su master chef ma dei professionisti della didattica e la valutazione dovrebbe essere effettuata da ispettori ministeriali di materia o dipartimentali come in Francia e in Italia ovviamente non ci sono.
Io sono un docente italiano della scuola pubblica laica statale e voglio essere valutato da un ispettore ministeriale che si sieda ed assista alla mia lezione anche per un intero quadrimestre. Che verifichi il mio modello didattico, come interrogo, come correggo i progetti, le relazioni. Superata la verifica ispettiva riceva un aumento di stipendio.
L'analisi della qualità dei servizi deve essere effettuata sulla scuola, sulla struttura, sui servizi offerti (corsi di recupero, mensa, stage, ecc) sulla sicurezza. Non confondiamo il sapere, l'istruzione statale con l’e-commerce.
Ricordo che in ospedale non si valuta un intervento chirurgico e il medico che ha operato ma i servizi.
Bisognerebbe assumere per concorso pubblico 10mila ispettori ministeriali per i vari dipartimenti di materie e ridare qualità e prestigio alla scuola pubblica laica statale italiana.
Invece, scusate il francesismo, si pensa sempre e solo al risparmio della spesa pubblica e si promuovono i bimbi-minchia (non tutti lo sono) a valutatori della professionalità dei docenti.
Questa è la "Buona Scuola" di Renzi? Belle scatole ma vuote... e se vuoi riempirle devi pagare rette salate e poi mandarle all'estero a lavorare.
A pochi politici interessa veramente la scuola pubblica laica statale, tutti gli altri sono impegnati nel piano strategico messo in atto da Valentina Aprea (Forza Italia), dal Partito Democratico, le pressioni della Cei, Compagnia delle Opere, Opus Dei per la completa parità scolastica delle scuole religiose. Lo studente viene trasformato in un costo standard alla stregua della carta igienica non è più una risorsa. Al “diavolo” la cultura, l’istruzione.
Un Governo che vuole cambiare la scuola statale italiana in un sistema pubblico-privato che formi manipolatori dell’immaginario collettivo, spacciatori di false promesse, venditori di un futuro impossibile, agenti senza scrupoli del consumismo universale, yesman, comici da due soldi, programmatori televisivi, politici ladri, speculatori, mafiosi sanguisughe della società.
Sarà questa la futura classe dirigente di questa Nazione?
Noi, insegnanti della scuola pubblica laica statale italiana dobbiamo combattere chi vuole trasformare i nostri figli in studenti spaesati, poveri di cultura, senza pensiero critico e senza un capacità di parola adeguata per confrontarci con il resto del mondo.
Investiamo nell'istruzione statale italiana! Rispettiamo la Costituzione sempre più presa di mira dal "patto del nazareno..."
Gli studenti, lasciamoli studiare! Gli insegnanti? Lasciateci insegnare! Rispetto please!
Paolo Latella - Membro dell'Esecutivo Nazionale del sindacato Unicobas Scuola
paolo.latella@alice.it