Ancora
una volta il decisionismo renziano sembra entrare in crisi davanti alla
scuola pubblica. O si tratta dell’ennesima furbata e Renzi vuole
fregare i precari? Dopo tanti roboanti annunci, neanche nell'ultimo
Consiglio dei ministri il governo ha varato il Piano-scuola e
soprattutto l’attesissimo decreto per l’assunzione stabile promessa a
150 mila precari. Tra la ministra Giannini che voleva il decreto per i
precari subito e Renzi che intendeva mettere tutto in un Disegno di
Legge, il CdM non ha varato né l’uno né l’altro ma solo esaminato le
“linee-guida” del Piano. Renzi ha presentato la decisione come una
“concessione” democratica al Parlamento, ma è forte il sospetto che
voglia scaricare su di esso la responsabilità di non assumere i
precari, dati i tradizionali tempi lunghi dei DdL.
Ma come? Renzi ha proceduto per decreto decine di volte su temi
di nessuna urgenza e non lo fa per un provvedimento che di sicuro ha i
tempi stretti per l’immissione “in ruolo” a settembre? E i sospetti
aumentano quando si passa alle cifre, perché i 150 mila promessi ora si
ridurrebbero a meno di centomila, e solo una parte degli iscritti/e GAE
avrebbe davvero il posto, mentre solo un migliaio di coloro che, pur
non nelle GAE, avrebbero diritto ad entrare in base alla sentenza della
Corte europea (stabilizzazione per coloro che hanno i 36 mesi di
insegnamento), verrebbero davvero assunti.
Dunque, il 10 marzo il CdM deve varare il decreto ed esso, fermo
restando la nostra richiesta di immissione “in ruolo” di tutti i
precari/e che lavorano da tempo nella scuola, deve mantenere almeno la
promessa dei 150 mila assunti: e il 10 saremo per questo davanti al
Parlamento (ore 16.00).
Nello stesso tempo, le linee-guida del Piano Renzi presentate in Cdm ci
confermano che si tratta proprio di “cattiva scuola”. Tutto
l’armamentario della scuola-azienda e della misera scuola-quiz viene
squadernato: studenti, scuole e docenti valutati con i grotteschi quiz
Invalsi; scatti di anzianità aboliti in cambio di pochi euro dati, ogni
triennio, in base al presunto “merito”, testato dagli invalsiani;
contratti bloccati e neanche un euro di maggiore investimento per la
scuola pubblica ma, anzi, il tentativo di aggirare ulteriormente la
Costituzione ingigantendo i finanziamenti alle scuole private mediante
il rimborso spese alle famiglie che la scelgono; contratti di
apprendistato per gli studenti dei tecnici e professionali con
centinaia di ore in azienda; gerarchizzazione dei docenti con “mentor”,
“innovatori naturali”, “staff” , figure inutili o dannose per una buona
didattica.
Queste ed altre varie “chicche” sono già sufficienti per ostacolare con
la massima forza il percorso del Ddl, una volta garantito il decreto
per i precari. In particolare, va messo in crisi il “cuore” dell’intero
progetto, e cioè il “quizzificio” Invalsi, che ripeterà i suoi riti
annuali il 5 e 6 maggio alle elementari, e il 12 maggio alle superiori:
e dunque per quelle date annunciamo fin d’ora lo sciopero generale
della scuola che, alle superiori, gestiremo insieme agli studenti in
lotta contro i quiz.
Nel frattempo, la massima opposizione dei docenti deve anche rivolgersi
ai “nuclei” di sedicente “autovalutazione”, una grottesca parodia nella
quale i “nuclei” si limitano a mettere delle crocette sulle decine di
pagine del formulario imposto, come previsto, dall’Invalsi.
Renzi, nel suo video propagandistico su Facebook, ha detto che “della
scuola non si occupano solo i rappresentanti dei Cobas ... ma le
persone che hanno a cuore l’Italia”. Fermo restando che a lui, più che
l’Italia, sta a cuore il proprio potere, di sicuro a noi, e lo abbiamo
dimostrato in trenta anni di lotte, stanno a cuore le sorti della
scuola pubblica, cruciali per le sorti dell’Italia stessa. E per questo
faremo tutto il possibile per battere la cattiva scuola del
“conducator” fiorentino.
cobas.comitati.di.base.scuola@gmail.com