La
Pasqua 2015, definita "alta", si caratterizza per le incerte
previsioni non solo atmosferiche, ma ancor più nella politica
governativa e nello specifico del settore scuola. Il disegno di
legge sulla "buona scuola" lascia poche speranze di rilancio e di
attuazione delle promesse fatte e annunciate. Il destino dei precari è
appeso ad un filo, il concorso per i dirigenti non parte e quindi si
preannuncia un nuovo anno scolastico sotto il peso delle infruttuose
"reggenze" che di fatto rallentano il dinamismo della vita scolastica a
danno dei ragazzi. Le imminenti e "accelerate" elezioni per il
Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione rendono frenetica
l'azione amministrativa di questi giorni.
E' ancora vivo il ricordo dei giovani studenti francesi vittime
innocenti della tragedia dell'aereo, "premiati per andare a morire".
Tutto ciò provoca una sofferenza indicibile e un destino
inspiegabile.
Le parole e i gesti di Papa Francesco accompagnano la riflessione
di questi giorni.
"Quanti poveri ci sono ancora nel mondo! E quanta sofferenza incontrano
queste persone! Sull'esempio di Francesco d'Assisi, la Chiesa ha sempre
cercato di avere cura, di custodire, in ogni angolo della Terra, chi
soffre per l'indigenza e penso che in molti dei vostri Paesi possiate
constatare la generosa opera di quei cristiani che si adoperano per
aiutare i malati, gli orfani, i senzatetto e tutti coloro che sono
emarginati, e che così lavorano per edificare società più umane e più
giuste".
"Ma c'è anche un'altra povertà! È la povertà spirituale dei nostri
giorni, che riguarda gravemente anche i Paesi considerati più ricchi. È
quanto il mio Predecessore, il caro e venerato Benedetto XVI, chiama la
'dittatura del relativismo', che lascia ognuno come misura di se stesso
e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini.
Lavorate per edificare la pace! Ma non vi è vera pace senza verità! Non
vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se
ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza
curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire
dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra "
In me è sempre vivo questo dialogo tra luoghi e culture fra loro
distanti, tra un capo del mondo e l'altro, oggi sempre più vicini,
interdipendenti, bisognosi di incontrarsi e di creare spazi reali di
autentica fraternità".
"Non si possono, infatti, costruire ponti tra gli uomini,
dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere
legami veri con Dio, ignorando gli altri.
Pasqua vuol dire "passaggio" , ma la pesante crisi economica e
ancor più di valori condivisi rende difficile e pesante la
situazione della società e della scuola. Sembra proprio che
non si riesca ad attraversare il mar Rosso e quindi rimane ancora
lontana la prospettiva della "terra promessa".
Eppure Cristo è risorto e occorre rinascere a nuova vita e riprendere
slancio per il futuro
A tutti i nostri cari Lettori giunga un cordiale augurio per una
Santa Pasqua , auspicando tanta serenità nei giorni di riposo.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it