
L'Interrogazione è stata pubblicata alcuni giorni fa e adesso si attende la risposta. Ovviamente, il testo cita la direttiva europea 2005/36/CE, da noi più volte richiamata per rivendicare parità di trattamento rispetto agli abilitati non italiani, per i quali sono state aperte persino le porte delle GAE, nel 2012.
Il MIUR, infatti ha dovuto sempre applicare tale normativa che obbliga l'Amministrazione al riconoscimento dei titoli professionali dei cittadini comunitari che ne hanno fatto richiesta. Ma il MIUR ha sempre ignorato le richieste e le legittime aspettative dei docenti italiani in termini di formazione e di riconoscimento professionale, disattendendo tale direttiva a danno dei docenti italiani e alimentando una disparità inaccettabile rispetto ai colleghi europei. Non meno importante, poi, è il richiamo alla direttiva 1999/70/CE, contro lo sfruttamento del precariato, subito in Italia dai docenti diplomati magistrali ma anche dalle migliaia di docenti abilitati che sono rimasti fuori dai piani assunzionali del Governo.
Attendiamo di conoscere le risposte che la Commissione darà al fine di capire, grazie anche all'aiuto degli Europarlamentari stessi firmatari dell'interrogazione, come utilizzare gli eventuali esiti di questo importante passaggio istituzionale. Nei prossimi mesi, questo proficuo confronto proseguirà, al fine di cercare ed individuare una via utile a contrastare i disegni di un Governo che discrimina docenti abilitati in modo arbitrario, rispetto alla stabilizzazione, e che utilizza personale precario in possesso di titoli validi all'insegnamento senza scrupolo e senza prevedere per loro alcuna possibilità di migliorare la propria posizione lavorativa in un futuro prossimo.
Valeria Bruccola - Coordinatrice nazionale Adida
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