Niente banchi e
quaderni, ma sedie girevoli e tablet. Ecco la nuova scuola del futuro.
Inaugurata a Milano presso la scuola di via Giusti 15, nata grazie alla
collaborazione tra il Comune di Milano e BT Italia (British Telecom),
così come previsto dal Piano Nazionale Scuola. Digitale, l’aula
digitale 3.0 presenta uno spazio completamente ripensato: al posto dei
banchi ci sono sedie mobili e girevoli che consentono agli studenti di
passare agevolmente da situazioni di lezione frontale all'apprendimento
in gruppi.
La lavagna è diventata un grande schermo interattivo e libri e quaderni
sono stati quasi del tutto sostituiti dai tablet.
L'aula 3.0 comprende copertura wi-fi, dotazione di 30 tablet pc e
armadio di ricarica, videoproiettore, lavagna multimediale dotata di
applicazione per la produzione, distribuzione e condivisione dei
contenuti didattici fino a 35 dispositivi, tramite una piattaforma
accessibile sia in aula sia dall'esterno attraverso rete Internet e una
protezione centralizzata che garantisce la sicurezza la scuola del
domani.
La positiva esperienza dell’Itis Maiorana di Brindisi, diretto da
Salvatore Giuliano con il progetto “Book in progress” che ha permesso
la realizzazione di libri fatti in casa, con notevole risparmio delle
famiglia, può essere considerata una vera rivoluzione. Il metodo ("book
in progress") ha portare la scuola nel futuro senza chiedere il
permesso a nessuno ma con la collaborazione attiva di docenti e
famiglie. Tutto è iniziato nel 2009 quando di ritorno da una missione
al MIT di Boston, disse ai suoi colleghi: i libri di testo scriviamoli
(e stampiamoli) noi. E con i soldi risparmiati le famiglie diedero ai
figli un computer.
A distanza di quattro anni lo stesso Giuliano afferma soddisfatto: "Abbiamo costituito una rete di un
centinaio di scuole che hanno aderito al progetto Book in Progress. Ed
è appena partito anche il primo ciclo medie ed elementari. L'obiettivo
non è solo un nuovo modo di creare contenuti digitali, ma un nuovo modo
di stare in classe".
L’aula diventa laboratorio e i
ragazzi “imparano facendo”.
"Secondo me il docente oggi dovrebbe
fare così, adattando le lezioni e quindi i materiali didattici sulla
base dello sviluppo del dialogo con i ragazzi durante l'anno. Ma c'è di
più i ragazzi di un banco sono diversi da quelli del banco a fianco e i
contenuti non possono non tenere conto delle diverse velocità di
apprendimento di ciascuno.
Per questo il libro deve essere in
progress".
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it