
essere, strumento di didattica alternativa, ma viene scambiata come strumento per ottenere mano d’opera gratuita sono sempre di più e si contrappongono ai percorsi positivi che esistono ma che fanno fatica ad emergere. Le condizioni delle nostre strutture scolastiche sono pessime, siamo costretti a passare 5 o 6 ore delle nostre giornate in scuole che non possiedono i certificati di agibilità e che non sono dotate dei parametri igienico-sanitari necessari, a volte siamo costretti a studiare nei garage. Grave è anche la situazione rispetto a un sistema di Diritto allo Studio che non è assicurato, le nostre famiglie sono costrette a spendere tra i 1000 e i 1500 euro annui per permetterci di studiare, per pagare trasporti inefficienti e libri di testa dai prezzi esorbitanti.”
“Non succedeva da tempo che gli studenti venissero accolti al Ministero dopo le manifestazioni ma non possiamo dirci soddisfatti – spiega Manfreda – le risposte sono ancora deboli da parte delle istituzioni che adducono la responsabilità alla mancanza di fondi. Non possiamo però aspettare ancora per avere a disposizione una vera Carta dei Diritti delle studentesse e degli studenti in Alternanza, non possiamo aspettare di vedere il nostro diritto di studiare in luoghi sicuri e soprattutto di farlo gratuitamente riconosciuto. Oggi è solo l’inizio, da domani torneremo nelle scuole, nelle piazze per costruire giorno dopo giorno una scuola diversa e un paese diverso più e equo”.
Rete degli Studenti Medi
Coordinatore Nazionale, Giammarco Manfreda