La delegazione degli insegnanti siciliani, coordinata da Cristina Donzella, ha messo sul tavolo delle senatrici diverse questioni e nel corso dell'incontro sono stati trattati i seguenti punti:
- Trasformazione dell'organico di fatto, in organico di diritto.
- Tempo pieno sperimentale al sud a cominciare dall'anno scolastico 2019/20.
- Presentazione di un decreto legislativo che prevede l'abbassamento del numero di alunni per classe nella misura di 23 max.
- Maggiori risorse economiche relative all'edilizia scolastica attraverso un accordo quadro che permetta l'erogazione dei soldi in modo diretto dallo stato agli Enti locali.
- Mantenimento del GLHO (gruppo operativo di lavoro), formazione sul sostegno perché ogni docente deve avere le competenze per interfacciarsi con l'alunno disabile.
- Reintroduzione dell'Educazione Civica (Cittadinanza e Costituzione) come disciplina curriculare autonoma in ogni ordine e grado.
Le condizioni "sine qua non" stabilite dalla L.107 hanno fatto sì che molti docenti partecipassero alla domanda di assunzione nazionale per evitare la cancellazione dalle graduatorie di merito e con la consapevolezza che dopo 36 mesi non potevamo più lavorare nella scuola.
Tutto ciò ha prodotto un algoritmo sbagliato, famiglie distrutte, docenti con punteggio elevato sbalzati a migliaia di km di distanza, infiniti ricorsi nei tribunali per ristabilire un criterio di oggettività e meritocrazia.
Il Ministro Bussetti pare voglia correre ai ripari istituendo per i docenti il "domicilio professionale" che non coincide con la residenza abitativa e consente di scegliere in assoluta libertà una regione dove insegnare, con il vincolo di restarvi almeno cinque anni.
Tale indicazione, assieme al titolo di studio, sono i documenti indispensabili per presentare domanda di accesso ai nuovi concorsi ordinari. "Queste regole, dice il Ministro, dovranno valere per tutti, anche per i precari storici, che dopo anni e anni di supplenze dovranno adattarsi. Bisogna anche sapere che se si partecipa a un concorso in un'altra regione, per avere maggiori occasioni di lavoro, non si può poi pretendere un repentino ritorno a casa lasciando la scuola senza insegnanti".
A queste proposte ministeriali risponde l'Anief e Marcello Pacifico dichiara che "Non è colpa dei precari se hanno servito il Paese, spesso lontani da casa, in un sistema che ha sempre tenuto un posto su dieci, vacante per ragioni di finanza pubblica. Non possono essere gli insegnanti, studenti e famiglie a pagare le scelte sbagliate del legislatore".
"Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur". I disagi familiari di tanti docenti continuano e si aggravano, congedi, permessi e aspettative per chi beneficia della legge 104, permessi di studio e frequenza di master, aspettative senza stipendio, sono gli escamotage che vengono adottate per ovviare alle oggettive difficoltà delle famiglie, con figli piccoli e genitori anziani. Tutto ciò crea disagi alla didattica, agli studenti, alla qualità del servizio scolastico che dovrebbe essere efficiente ed efficace nel promuovere benessere e contribuire alla crescita armonica dello studente. Per conseguire tali traguardi il docente deve star bene a scuola, e spesso questo presupposto indispensabile non si manifesta e di conseguenza l'intero servizio scolastico e gli studenti in particolare, risentono di tali disagi e sofferenze.
Risulta difficile coniugare le svariate e molteplici esigenze dei singoli, ma certe disposizioni che sono discriminanti si possono modificare, come ad esempio quella di destinare alle assegnazioni provvisorie soltanto i posti disponibili fino al 31 agosto, mentre tante cattedre "buone" vengono fuori dopo tale data e ne beneficiano i supplenti, lasciando nel disagio docenti titolari e di ruolo.
Non parliamo poi dei 6.000. docenti di discipline giuridiche ed economiche utilizzati per supplenze o come docenti di sostegno senza titolo. E' uno spreco ed un cattivo uso delle risorse professionali.
Che presto il vento cambi e si possa intraprendere una nuova rotta da seguire!
Giuseppe Adernò