
Il barcone prende tutti i naufraghi che vengono sistemati nella stiva, vengono rifocillati, accuditi, curati, vestiti. Ma poi la barca si riempie in ogni posto, in ogni dove, viene occupato ogni spazio, ogni angolo, fino al limite, fino all’estremo confine, e anche oltre. Ma poi non c’è più spazio, non c’è più posto, non c’è più superficie, non c’è più area, non c’è più territorio. Non c’è più niente. E la quantità subissa la qualità, la cifra annulla la misura, la massa cancella l’identità. Non c’è più virtù, pregi, doti, conoscenze, credenze. Tutto si annulla. La vita stessa vacilla.
Il senso della responsabilità e del discernimento sono carta straccia. I numeri, le cifre, le dimensioni sono tirannia che uccidono la dignità dell’esistere. Alfine, il barcone si agita, traballa, vacilla, ondeggia, prende acqua e cola a picco. Così, all’improvviso, inconsapevolmente, in silenzio. Scompare per sempre.
Scompare persino il ricordo e la memoria del barcone di medie dimensioni, occupato da brava gente, timorata di dio, con mille pensieri e molte cose da fare, pieno zeppo di naufraghi venuti d’oltremare.
Angelo Battiato