Gran Galà al
Convitto? Sì, ricordo, tre anni fa l’ultima edizione, i maturandi del
Liceo
Europeo scesero dallo scalone monumentale in punta di piedi, sulle note
del
valzer dei fiori di Čajkovskij, intrecciando meravigliose danze,
roteando lungo
il colonnato della Corte del Vaccarini. Certe cose non si dimenticano,
no, non
si possono dimenticare, non vanno dimenticate…
Così, nonostante il COVID, nonostante i mille schermi sui quali le loro facce riflesse han fatto lezioni, verifiche, assemblee, che mai nessuno avrebbe pensato di poter fare, nonostante gli anni trascorsi con la mascherina sul volto, celando i sorrisi, le smorfie, la tristezza per non potersi più abbracciare, rieccoci qua, nei giorni più attesi dell’anno: l’ultimo giorno di scuola per qualcuno che non lo rivivrà più, e il primo ultimo giorno per qualcun altro che invece non lo ha mai vissuto, tutti protesi a guardare il cielo, incorniciato dalle colonne del Convitto, col sole accecante di giorno e le brillanti stelle di sera, contando tutti insieme, alla rovescia per il Countdown, gli ultimi sessanta secondi che mancano alla fine dell’anno scolastico, in attesa del gran ballo, che si sa, a Catania, solo al Convitto si fa!
Trepidanti i maturandi in attesa preparano il momento della lettura delle lettere ai prof., leggeranno di quando quella volta fecero assenza collettiva per il compito assegnato all’improvviso e di come poi il prof. di turno li perdonò, minacciandoli però con verifiche a tutto spiano; leggeranno delle Convittiadi, alle quali solo loro del
triennio, maturandi 2022, hanno avuto l’onore di partecipare, leggeranno degli applausi in mensa per il compleanno del compagno di classe, ma anche della tristezza di dover pranzare distanziati a tavoli alterni senza la corsa alla scelta del posto, gioendo del ritorno al self service e dei pranzetti che solo lo chef Ferlito sa preparare.
E poi piangeranno e poi rideranno, prendendosi un po' in giro ricordando quando entrarono al Convitto quattordicenni, qualcuno anche tredicenne, ma adesso persone pronte per affrontare il mondo fuori da quel portone.
Fortunatamente per loro, non è ancora finita, ci sarà il gran ballo sabato sera, il Gran Galà, che si sa, a Catania, solo al Convitto si fa... Ancora un’ultima emozione, un ultimo brivido correrà giù per la loro schiena, quando, scendendo lo scalone come chi, negli anni passati, li ha preceduti, sentiranno di aver conquistato un posto, il loro posto, quello di alunni del Convitto, per sempre. E anche stavolta intrecceranno balli e innalzeranno canti, e i loro genitori saranno lì ad ammirarli, soddisfatti per lo splendido percorso compiuto finora ed emozionati pensando che i loro cuccioli stanno per spiccare il volo.
E ci saranno anche i loro prof. e i loro educatori, quelli che li hanno puniti e quelli che li hanno perdonati, quelli che li hanno amati e quelli che saranno loro maestri di vita, per sempre. Saranno ancora lì anche sabato sera per augurare loro buona fortuna, buona strada, buona vita, saranno sempre nei loro cuori, si spera, dentro un angolino chiamato Convitto.
Cinzia Nigro
Così, nonostante il COVID, nonostante i mille schermi sui quali le loro facce riflesse han fatto lezioni, verifiche, assemblee, che mai nessuno avrebbe pensato di poter fare, nonostante gli anni trascorsi con la mascherina sul volto, celando i sorrisi, le smorfie, la tristezza per non potersi più abbracciare, rieccoci qua, nei giorni più attesi dell’anno: l’ultimo giorno di scuola per qualcuno che non lo rivivrà più, e il primo ultimo giorno per qualcun altro che invece non lo ha mai vissuto, tutti protesi a guardare il cielo, incorniciato dalle colonne del Convitto, col sole accecante di giorno e le brillanti stelle di sera, contando tutti insieme, alla rovescia per il Countdown, gli ultimi sessanta secondi che mancano alla fine dell’anno scolastico, in attesa del gran ballo, che si sa, a Catania, solo al Convitto si fa!
Trepidanti i maturandi in attesa preparano il momento della lettura delle lettere ai prof., leggeranno di quando quella volta fecero assenza collettiva per il compito assegnato all’improvviso e di come poi il prof. di turno li perdonò, minacciandoli però con verifiche a tutto spiano; leggeranno delle Convittiadi, alle quali solo loro del
triennio, maturandi 2022, hanno avuto l’onore di partecipare, leggeranno degli applausi in mensa per il compleanno del compagno di classe, ma anche della tristezza di dover pranzare distanziati a tavoli alterni senza la corsa alla scelta del posto, gioendo del ritorno al self service e dei pranzetti che solo lo chef Ferlito sa preparare.
E poi piangeranno e poi rideranno, prendendosi un po' in giro ricordando quando entrarono al Convitto quattordicenni, qualcuno anche tredicenne, ma adesso persone pronte per affrontare il mondo fuori da quel portone.
Fortunatamente per loro, non è ancora finita, ci sarà il gran ballo sabato sera, il Gran Galà, che si sa, a Catania, solo al Convitto si fa... Ancora un’ultima emozione, un ultimo brivido correrà giù per la loro schiena, quando, scendendo lo scalone come chi, negli anni passati, li ha preceduti, sentiranno di aver conquistato un posto, il loro posto, quello di alunni del Convitto, per sempre. E anche stavolta intrecceranno balli e innalzeranno canti, e i loro genitori saranno lì ad ammirarli, soddisfatti per lo splendido percorso compiuto finora ed emozionati pensando che i loro cuccioli stanno per spiccare il volo.
E ci saranno anche i loro prof. e i loro educatori, quelli che li hanno puniti e quelli che li hanno perdonati, quelli che li hanno amati e quelli che saranno loro maestri di vita, per sempre. Saranno ancora lì anche sabato sera per augurare loro buona fortuna, buona strada, buona vita, saranno sempre nei loro cuori, si spera, dentro un angolino chiamato Convitto.
Cinzia Nigro