Squillo delle
trombe! Prepararsi alle armi... o più semplicemente: zaini in spalla, è
suonata la campanella! Tra l’assonnato e l’irritato la maggior parte
degli studenti deve entrare a scuola. Purtroppo quel macigno sulle
spalle dei poveri studenti non è caritatevole per niente. Ogni giorno,
alla stessa ora, si ripresenta puntuale, forte della consapevolezza di
non lasciarli andare tanto facilmente. Sembrano quasi condannati allo
stesso destino dei superbi di Dante, eppure la loro unica colpa è
quella di non riuscire a sfruttare il tempo che è stato donato loro.
Questo clima si diffonde lì dove non si riesce a creare un rapporto che
vada al di là delle semplici spiegazioni o interrogazioni, un rapporto
circoscritto alle quattro mura della classe.
Se tutto questo può passare inosservato tra le file di una
qualsiasi scuola, lo stesso non può esser valido per una scuola
salesiana: «La scuola salesiana è diversa? Sì, ma non a livello
didattico, a livello umano. Dobbiamo riuscire a instaurare un rapporto
diverso, in cui i professori siano molto più che semplici insegnanti,
siano educatori!», afferma Alfredo Petralia, per gli amici Fredy,
educatore dell’Istituto San Francesco di Sales. Seguendo l’esempio di
Don Bosco si cerca di fare un cambio di marcia radicale rispetto al
passato, e tentare un nuovo approccio con i ragazzi che avvenga in
cortile, durante una “ricreazione” in stile oratoriano. «L’esperienza
ha fatto conoscere - scriverà Don Bosco al ministro Francesco Crispi -
che si può efficacemente provvedere ai ragazzi: coi giardini di
ricreazione festiva, con l’amena ricreazione, con la musica, con la
ginnastica, coi salti, con la declamazione, si raccolgono con molta
facilità. Con la scuola serale poi, con la scuola domenicale e col
catechismo, si dà alimento morale proporzionato e indispensabile a
questi poveri figli del popolo». Da ciò nasce l’idea, portata avanti da
una buona parte dei docenti del liceo “Don Bosco” dell’istituto San
Francesco di Sales, di organizzare una serie di iniziative, in un unico
giorno, che possano riunire la scolaresca al di fuori delle aule e dal
contesto didattico: nasce il GioVe, il venerdì dei giovani. Tornei di
calcio e pallavolo, chitarra per i musicisti (o aspiranti!), corso di
psicologia, teatro, cineforum e biblioforum, un particolare corso sulla
comunicazione, il cui scopo è creare un “videogiornale”, un corso per i
coraggiosi appassionati di latino, orientamento agli esami di stato e
per i test universitari e una “you and me: ti ascolto con il cuore”.
«Non faremmo tutte queste cose normalmente, se non ce ne dessero la
possibilità. Siamo sempre tutti impegnati tra scuola e interessi vari»,
rivela una ragazza del penultimo anno che dopo aver passato tre anni
del tutto estranea al mondo della scuola, si ritrova davanti a
«situazioni diverse», come le definisce. Un’altra ragazza vede il GioVe
come un modo per scoprire «il lato oscuro dei professori!», e che non
sia l’inizio di qualcosa di realmente nuovo e stimolante.
«Mentalità da cambiare, già! Dobbiamo dare ai ragazzi la possibilità di
crescere, maturare, confrontarsi, sbagliare e di rendersi conto della
fiducia che viene data loro», afferma il preside del liceo Don Paolo
Cicala. Don Bosco non si fermò mai di fronte alle delusioni, possiamo
star pur certi che neanche all’istituto San Francesco di Sales si
arrenderanno molto facilmente! Nel frattempo i rappresentanti
d’istituto hanno organizzato un ballo, seguendo il modello americano,
che sarà il 3 dicembre. Il giorno seguente si terrà “l’Open day”, cioè
la scuola sarà a completa disposizione dei ragazzi delle scuole medie
della città, in modo da far conoscere il liceo, il progetto educativo,
l’organizzazione della scuola. Sono molti i cambiamenti che ci
attendono tra le fila dei salesiani e siamo tutti molto curiosi di
vederne i risultati!
Vita Saitta
redazione@aetnanet.org