La
bocciatura arriva dall’Ocse ed è pesante. Secondo l’organizzazione
internazionale l’Italia investe troppo poco per l’istruzione. E per gli
insegnanti la vita è davvero dura: avevano già stipendi più bassi di
quelli dei colleghi, devono subire ulteriori riduzioni mentre
all’estero la paga dei prof aumenta. I giovani diplomati che pure in
passato non hanno mai raggiunto un numero così elevato - non arrivano
ancora alla media Ocse.
Secondo il ministero dell’Istruzione gran parte dei dati pubblicati
dall’Ocse confermano la necessità di proseguire nella direzione
adottata dal governo. In realtà nel rapporto viene fotografata una
realtà ben diversa.
Un unico dato è positivo, l’affollamento nelle classi. Esiste un
insegnante ogni 10,7 alunni nella scuola primaria (media Ocse 16) e uno
ogni 11 alunni nelle secondarie (media Ocse 13,5), e una media generale
di 21/22 (23 quella Ocse).
A scuola e università, però, l’Italia riserva il 4,8% del Pil
contro una media Ocse del 6,1%. Terzultimo posto: peggio di noi solo
Slovacchia (4%) e Repubblica Ceca (4.5%). Tra il 2000 e il 2008 la
spesa sostenuta dagli istituti d’istruzione per studente nei cicli di
livello primario, secondario e post-secondario non universitario è
aumentata solo del 6% (rispetto alla media Ocse del 34%). Si tratta del
secondo incremento più basso tra i 30 Paesi i cui dati sono
disponibili. L’Italia è al terzultimo posto anche per il numero di
diplomati nell’istruzione terziaria: il 20,2% dei giovani tra i 25 e i
34 anni raggiunge un livello d’istruzione del genere, rispetto alla
media Ocse del 37,1% relativa alla stessa fascia d’età (34mo posto su
37 Paesi).
Gli stipendi degli insegnanti sono bassi, è così da molti anni. Ma ora
la situazione sta anche peggiorando. Mentre gli stipendi dei prof
italiani dal 2000 al 2009 sono diminuiti dell’1%, nel resto dei paesi
dell’Ocse sono aumentati in media del 7%. Non solo. Un insegnante di
scuola media in Italia deve attendere 35 anni di servizio per ottenere
il massimo salariale, in media nei Paesi Ocse ne bastano 24.
A conti fatti, i docenti italiani guadagnano il 40% in meno rispetto ad
altri colleghi con il loro stesso grado di istruzione. E lavorano molto
di più dei colleghi dell’Ocse visto che in Italia gli scolari tra i 7 e
i 14 anni passano a scuola 8.316 ore, contro una media dei Paesi Ocse
di 6.732 ore.
La spesa annua per studente si avvicina invece a quella complessiva dei
paesi Ocse. L’Italia spende per uno studente circa 9.200 dollari
all’anno, nel complesso i paesi Ocse spendono 9.860 dollari. Ma c’è una
differenza. L’Italia investe soprattutto sugli studenti delle scuole di
primo e secondo livello. Molto più della media Ocse. Ma poi la spesa
pro capite per gli universitari è molto al di sotto della media Ocse:
9.553 dollari contro 13.717.
Dure le critiche da opposizione e sindacati. «Solo la ministra Gelmini
continua, anche oggi, a descrivere, in alternativa ai fatti, la scuola
dei sogni», afferma la senatrice del Pd Vittoria Franco. «Quali dati ha
letto il ministro? - chiede Mimmo Pantaleo, segretario generale della
Flc-Cgil - Quelli in nostro possesso rappresentano invece un quadro
molto preoccupante». «Si qualifichi la spesa», esorta il segretario
generale della Uil scuola, Massimo Di Menna. Francesco Scrima, leader
della Cisl Scuola, chiede «un piano d’intervento straordinario».
(da La Stampa di Flavia Amabile)
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