L’Ufficio
Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna ha presentato i risultati
dell’ultimo rapporto PISA (Programme for International Student
Assessment) sul livello di istruzione degli adolescenti. PISA è
un’indagine promossa dall’Ocse che viene svolta a cadenza triennale per
fotografare il sistema educativo dei Paesi industrializzati. In Italia
il campione di riferimento era costituito da oltre mille istituti
tra licei, istituti tecnici e professionali e scuole di
formazione professionale, per un totale di più di 30mila studenti.
L’indagine ha riguardato nello specifico le competenze in lettura,
matematica e
scienze.
I dati relativi agli studenti italiani sono significativamente al
di sotto della media Ocse su tutti gli indicatori utilizzati, sebbene
si possa apprezzare un lieve miglioramento rispetto all’indagine del
2006. I punteggi più alti arrivano dall’estremo Oriente (Corea del Sud,
Hong Kong, Singapore) e dalla Finlandia. Il rapporto evidenzia
come in Italia il livello di istruzione tra i giovani sia segnato da
profonde differenze di vario tipo.
Considerando i nostri dati suddivisi per macro-aree geografiche si
rileva una differenza radicale tra Nord e Sud. Gli studenti
settentrionali, in particolare quelli del Nord Ovest, mostrano
infatti delle competenze che sono nettamente superiori alla media dei
loro coetanei dei Paesi dell’Ocse; quelli del Centro stanno sulla media
nazionale e quindi al di sotto del dato Ocse; sensibilmente più giù
rispetto a questo livello ci sono gli studenti del Sud e ancora di più
delle isole.
Le regioni più virtuose sono
Lombardia, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia; in fondo alla
classifica si collocano invece Calabria, Campania e Sicilia.
Per quanto riguarda le differenze di genere, le ragazze ottengono in
generale dei risultati migliori rispetto ai loro coetanei maschi, e
questa differenza è ancora più accentuata in Italia. La forbice è molto
larga al Sud, con Calabria in testa; più ristretta al Nord, con la
Valle d’Aosta che si attesta come la regione in cui le differenze di
rendimento si sentono meno.
Ma il dato più significativo e preoccupante riguarda l’incidenza del
contesto socio-economico di provenienza sul livello di istruzione
dell’adolescente. In particolare il livello occupazionale dei genitori
risulta infatti associato in modo significativo al rendimento degli
studenti: i figli di genitori con un livello occupazionale basso
(professioni di livello basso con bassa specializzazione) ottengono in
media un punteggio notevolmente inferiore rispetto ai figli di genitori
che svolgono una professione di livello alto con alta specializzazione.
Questo dato riguarda tutte le regioni italiane, con il picco
dell’Emilia-Romagna, dove la differenza diventa abissale.
(da http://www.articolotre.com di Matteo Scorza)
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