
I ragazzi sono stati ''ascoltati'' tramite il web, che ha permesso di raggiungere 400 adolescenti italiani e 118 adolescenti di origine straniera, questi ultimi contattati grazie alla collaborazione di circa 90 associazioni di volontariato su tutto il territorio nazionale.
Piu' della meta' del campione degli adolescenti di origine straniera, emerge dallo studio, si divide a meta' tra chi ha assistito a fenomeni di razzismo (54.1%) e chi no (44.4%).
Vi e' pero' un 22.2% del campione che ha subito in prima persona manifestazioni di razzismo, fenomeni per piu' della meta' accaduti nell'ultimo anno (53.8%); li hanno visti o subiti principalmente a scuola (61.5%) e la stessa cosa vale per gli adolescenti italiani (38%), il 43% dei quali afferma pero' di non aver mai assistito nemmeno indirettamente a manifestazioni di razzismo. Il razzismo e' dunque vivo e ben presente nella vita quotidiana dei ragazzi, specie di origine straniera, i quali ritengono che siano soprattutto Istituzioni nazionali (20.8%), Chiesa (18.1%), organizzazioni internazionali (16.7%) e scuole (16.7%) ad occuparsi della lotta contro di esso. I ragazzi italiani, invece citano per primi, oltre alle organizzazioni internazionali (32%) e alle scuole (26.5%), le associazioni di volontariato (48%) e le singole persone (26.5%). Entrambi d'accordo, pero', su chi dovrebbe impegnarsi per primo nella lotta contro il razzismo: istituzioni nazionali (50% per i ragazzi italiani, 37.5% per quelli di origine straniera), scuola (47% vs 27.8%) e la collettivita' (41% vs 31.9%).
Parlando del rapporto tra persone di origine straniera che vivono in Italia e i ragazzi italiani, questi ultimi affermano di avere con le prime occasioni di incontro almeno una volta a settimana (70.0%); le incontrano principalmente nel tempo libero (43.9%) e a scuola (42.2%), ma sono innanzitutto loro amici, a prescindere dal luogo di incontro (50%). Piu' in generale, gli adolescenti italiani pensano sempre piu' che le persone immigrate siano parte integrante delle societa' (cosi' per il 57% degli intervistati), ma che spesso vivano in situazione di disagio ed e' dunque dovere innanzitutto degli italiani aiutarli (52%): piu' della meta' del campione giudica dunque positivamente la loro presenza in Italia (55.6%), anche grazie all'arricchimento culturale che apportano al Paese (cosi' per il 47.5% degli intervistati). (ASCA)
redazione@aetnanet.org