
Fatta questa premessa, riflettiamo pacatamente sul “disordine” provocato dallo sciopero indetto in Sicilia alla fine dello scorso mese da Forza d’urto e dal movimento dei Forconi. Questo sciopero, in verità, - a mio parere- era necessario, ma non è stato altrettanto giusto nelle strategie di lotta adottate perché, superando il livello di disordine sostenibile , ha prodotto dentro il tessuto –sistema sociale-, più disagi che vantaggi, a tutti i siciliani, indiscriminatamente. Il blocco di sei giorni dei trasporti e dei rifornimenti di benzina ha “fatturato” danni per 500 milioni: ecco il “conto” salato che la Sicilia si è trovata, alla fine, a dover pagare! Era questa l’intenzione? che i siciliani si auto-penalizzassero? Evidentemente ,no! Esiste una Sicilia che vuole cambiare, ma non vuole chiudersi nel corporativismo egoistico o cadere nelle trappole populistiche del separatismo. Chi sciopera non può, né deve, prevaricare nei confronti di altre categorie sociali che hanno esigenze diverse dalle proprie; giova ricordare che è sempre ancora valido l’adagio russoiano :“la mia libertà finisce dove comincia quella di un altro” . Pertanto, io credo che la direzione giusta e accettabile da imprimere agli scioperi, è quella che si muove nella prospettiva della conquista, attraverso il “disordine”, di un nuovo ordine che migliori e dia maggiore opportunità di crescita a tutto il sistema -società , favorendo e rafforzando l’auto-educazione alle regole civili e la capacità di operare tutti insieme in sinergia di intenti. Solo così possiamo sperare in un vero riscatto di questa nostra terra .
Nuccio Palumbo
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