Il diritto di
sciopero è fondamentale e irrinunciabile : esso è
slancio vitale in un sistema sociale aperto libero e
democratico, perché produce – come l’entropia,- di cui nel
secondo principio della termodinamica,- quel grado di disordine giusto
e necessario, grazie al quale il sistema può ,
nel rispetto delle regole, mantenere,- rinnovandosi, - un sano e
più stabile equilibrio, ed evolversi –democraticamente- in forme
propositive di vita associata migliorative. Solo nei
paesi a regime totalitario lo sciopero è vietato: ma
questi, - si sa-, come tutti i sistemi chiusi, sono destinati a
perire, paradossalmente per il troppo “ordine”!
Fatta questa premessa, riflettiamo pacatamente sul “disordine”
provocato dallo sciopero indetto in Sicilia alla fine dello scorso mese
da Forza d’urto e dal movimento dei Forconi. Questo sciopero, in
verità, - a mio parere- era necessario, ma non è
stato altrettanto giusto nelle strategie di lotta adottate
perché, superando il livello di disordine sostenibile , ha
prodotto dentro il tessuto –sistema sociale-, più disagi
che vantaggi, a tutti i siciliani,
indiscriminatamente. Il blocco di sei giorni dei trasporti e dei
rifornimenti di benzina ha “fatturato” danni per 500
milioni: ecco il “conto” salato che la Sicilia si è
trovata, alla fine, a dover pagare! Era questa l’intenzione? che
i siciliani si auto-penalizzassero? Evidentemente ,no!
Esiste una Sicilia che vuole cambiare, ma non vuole chiudersi nel
corporativismo egoistico o cadere nelle trappole
populistiche del separatismo. Chi sciopera non può,
né deve, prevaricare nei confronti di altre categorie
sociali che hanno esigenze diverse dalle proprie; giova
ricordare che è sempre ancora valido l’adagio russoiano
:“la mia libertà finisce dove comincia quella di un altro” . Pertanto,
io credo che la direzione giusta e accettabile da imprimere
agli scioperi, è quella che si muove nella prospettiva della
conquista, attraverso il “disordine”, di un nuovo ordine che
migliori e dia maggiore opportunità di crescita a
tutto il sistema -società , favorendo e rafforzando l’auto-educazione
alle regole civili e la capacità di operare tutti insieme in sinergia
di intenti. Solo così possiamo sperare in un vero riscatto
di questa nostra terra .
Nuccio Palumbo
redazione@aetnanet.org