Nonostante l’oligarchia sindacale “rappresentativa” abbia imposto, per l’ennesima volta, elezioni RSU con modalità altamente anti-democratiche, riducendo anzi ulteriormente gli spazi di agibilità per chi non gode del loro monopolio, il grande impegno volontario (i COBAS non hanno né distacchi, né sindacalisti di professione retribuiti ma solo docenti ed Ata in servizio o pensionati/e che difendono gratuitamente i lavoratori/trici e la scuola pubblica) di tanti militanti ci ha permesso di presentare liste in 1110 scuole di 74 province, con circa 4000 candidati/e, e di ottenere, sulla base dei risultati già pervenutici, una eccellente media del 24% di voti su un campione assolutamente rappresentativo per varietà territoriale e di ordini e gradi di scuola. Dai dati per ora a nostra disposizione, abbiamo eletti/e nel 62% delle scuole ove abbiamo presentato le liste: e questi sono gli unici dati che contano per noi, visto che non ci è stato di fatto permesso di “competere” su tutto il territorio nazionale.
I sindacati monopolisti hanno sempre impedito che la rappresentanza nazionale venisse conteggiata nell’unico modo democratico possibile: e cioè dando all’elettore/trice, oltre alla scheda per la rappresentanza nel posto di lavoro, anche una scheda per il voto ai sindacati a livello nazionale. Con le modalità attuali, che se applicate nelle votazioni politiche farebbero gridare alla dittatura, si misura la rappresentanza nazionale solo sul voto di scuola, che, però, si può dare ad un sindacato solo se c'è chi è disposto a fare il sindacalista nell'istituto per almeno tre anni: altrimenti, chi ti vuole votare non lo può fare. E per di più, i COBAS non hanno diritto di campagna elettorale e di parola nelle scuole per cercare nuovi candidati, né la marea di distaccati dei "rappresentativi" che girano per i candidati/e. Infine, si è aggiunto questa volta anche il dimezzamento del periodo di raccolta delle liste.
Comunque, pur con i forti limiti al dialogo con la categoria per il divieto di assemblee, la campagna RSU ha evidenziato una buona opposizione alla scuola-quiz e alla distruzione culturale che avanza con l'imposizione dei grotteschi quiz Invalsi come metro di valutazione - e di differenziazione di fondi e stipendi - per istituti, studenti e docenti, e come ci sia disponibilità al boicottaggio, che stiamo organizzando con gli studenti, dei quiz Invalsi dall'8 all'11 maggio; mentre va crescendo finalmente il malcontento e la protesta contro il massacro di posti di lavoro, di stipendi, scatti di anzianità e pensioni, e la consapevolezza che il blocco del contratto e degli scatti di anzianità e lo spostamento della pensione di tre o quattro anni hanno provocato perdite enormi, fino a 150 mila euro, ad insegnanti ed Ata.
I tanti nostri/e eletti nelle RSU (avremo il dato completo entro la serata) saranno un potente veicolo nelle scuole per il conflitto su questi temi, malgrado il governo Monti stia cercando con un certo successo di anestetizzare, ancor più di Berlusconi, il lavoro dipendente, usando il ricatto della catastrofe economica "alla greca". E ai sindacati monopolisti rinnoviamo la sfida ad andare al più presto ad elezioni davvero democratiche ove ogni docente ed Ata possa votare per la rappresentanza sindacale nazionale.
Piero Bernocchi
portavoce nazionale COBAS