Alla
c.a. della giornalista Milena Gabanelli – conduttrice trasmissione
Report - Rai
Gentile giornalista dott.ssa Milena Gabanelli,
sono un insegnante e giornalista, recentemente ho creato un gruppo su
Facebook con il nome scuolapubblicastatale, un gruppo in difesa della
scuola pubblica statale apartitico e senza indirizzi politici. In poco
tempo il numero degli iscritti ha superato i 5.000 utenti e sono
arrivate diverse richieste da parte dei docenti iscritti. La prima in
assoluto è stata quella di denunciare le scuole paritarie religiose e
laiche, in Italia, che in cambio del punteggio non pagano gli stipendi
ai prof, addirittura gli fanno firmare la busta paga senza poi di fatto
pagarli, tenendoli sotto scacco minacciandoli essendo complici in
qualche modo...
In altri casi gli insegnanti vengono pagati 5 euro lordi all’ora, tipo
call center a fronte di 24 -36 ore settimanali.
Ho provveduto ad informare questa mattina (28 giugno 2013) la Guardia
di Finanza di Roma, mi hanno risposto che ogni docente deve compilare
un modulo di esposto e presentarlo all’ufficio territoriale di
competenza, naturalmente molti colleghi che hanno denunciato nel gruppo
e in privato il fatto, hanno paura di esporsi perché potrebbero
ricevere minacce verbali e fisiche dai gestori di queste scuole.
Insomma la situazione è gravissima.
Ho inviato al Ministro prof.ssa Maria Chiara Carrozza la cartina con le
provincie nelle quali ci sono le scuole paritarie, spiegando questa
piaga che colpisce il sistema Italia ma non ho ricevuto risposta.
Ricordo che il Ministro Carrozza, subito dopo il referendum di Bologna,
alla luce della vittoria dei voti a favore della scuola pubblica
statale, aveva invece spiegato l’importanza delle scuole paritarie nel
tessuto culturale italiano, visto che secondo lei queste strutture sono
necessarie ad accogliere alunni perché c’è carenza nelle pubbliche
statali.
Io non voglio fare un discorso puramente politico, sbaglierei perché
non è questa la sede e non voglio strumentalizzare questa criticità del
sistema dell’Istruzione Italia, indicando nel Partito Democratico
l’unico vero responsabile, perché purtroppo è un sistema che coinvolge
tutti i partiti politici.
Le scuole paritarie laiche e religiose pubbliche, per avere i
finanziamenti dallo Stato, devono presentare formale richiesta c/o agli
assessorati cultura, formazione e istruzione dei comuni, provincie e
regioni.
E’ chiaro che quell’assessorato diventa poi complice con la scuola alla
quale ha concesso fondi e finanziamenti pubblici, se non controlla o
peggio ancora è d’accordo con il sistema mafioso.
Sappiamo benissimo che molte scuole paritarie pubbliche sono serie,
definiscono e realizzano un ottimo piano didattico nei confronti dei
propri studenti con docenti abilitati che vengono retribuiti in modo
corretto ma ce ne sono altrettante che invece hanno una gestione
mafiosa e che trattano i docenti come schiavi, i quali pur di acquisire
il punteggio e salire in graduatoria statale, sono disposti a tutto.
Lo so, per alcuni insegnanti è un circolo vizioso, diventa come una
droga, da un lato piangono perché si sentono sfruttati e dall’altro non
vogliono essere scavalcati da una collega, sono disposti ad insegnare
per poter acquisire il punteggio e dopo tanti anni pretendono il posto
che ovviamente lo Stato non gli può garantire perché non hanno
un’abilitazione, non hanno vinto il concorso e soprattutto perchè in
questa fase i tagli del personale nella scuola pubblica statale
superano le assunzioni.
Una mia piccola considerazione personale: non sarebbe giusto da un
punto di vista etico, professionale e di merito. Parliamo continuamente
di meritocrazia ma sempre rivolto agli altri ma mai verso noi stessi…
allora giro la frittata… questi docenti, che accettano di essere
collusi con il sistema mafioso delle scuole paritarie religiose e
laiche che non pagano, scavalcano con il loro punteggio acquisito
illegalmente, nelle graduatore delle scuole pubbliche statali i
colleghi insegnanti, che per meriti scolastici stanno facendo sacrifici
lavorando a mille chilometri, che… pur di insegnare per piccoli periodi
di tempo, abbandonano la famiglia e la propria casa spesso per poche
centinaia di euro e mantenuti dai propri genitori.
Gentile dott.ssa Gabanelli, lo so che le questioni che riguardano la
scuola non sono spesso di interesse mediatico rilevante, ma l’Italia
deve poter contare in un sistema “scuola” pulito, di altissimo livello,
ci vuole rispetto verso i docenti, per colori che trasmettono cultura
ai nostri figli, alle nuove generazioni.
Il silenzio mediatico su questi problemi “autorizza” e facilita molte
scuole paritarie religiose e laiche a vivere nell’illegalità più
diffusa sentendosi protetti da voci istituzionali.
Se crede ci siano i presupposti per un servizio giornalistico di
denuncia su quanto letto in questa email può contattarmi in qualsiasi
momento.
Paolo
Latella - insegnante e giornalista Segretario Unicobas Scuola
Lombardia
paolo.latella@alice.it