Dacci
oggi la riflessione quotidiana (02 luglio 2013)
Educare alla
politica o fare politica? Pensare alla politica o vivere di politica?
Usare la cattedra per la politica o “trasmettere” nei giovani una
coscienza politica? Formare, attraverso l’istruzione, una coscienza
critica capace di leggere e interpretare la realtà o rendere i giovani
“anoressici” alle idee e alla vita civile e politica? Ed infine, la
scuola deve “creare” uomini liberi e protagonisti del proprio futuro o
uomini-automi esperti solamente di robotica? In poche parole, vale la
pena essere uomini o accontentarsi di diventare caporali?
«Coinvolgersi nella politica è un obbligo per un cristiano. Noi
cristiani non possiamo giocare da Pilato, lavarci le mani. Dobbiamo
immischiarci nella politica,... perché la politica è una delle forme
più alte della carità, perché cerca il bene comune. I laici cristiani
devono lavorare in politica. Lei mi dirà: non è facile. Ma non lo è
neanche diventare prete! La politica è troppo sporcata ma è sporcata
perché i cristiani non si sono mischiati con lo spirito evangelico.
Facile dire colpa di quello… Ma io cosa faccio? Lavorare per il bene
comune è dovere di ogni cristiano». (Papa Francesco)
«La prima, essenziale, semplice verità che va ricordata a tutti i
giovani è che se la politica non la faranno loro, essa rimarrà
appannaggio degli altri, mentre sono loro, i giovani, che hanno
l’interesse fondamentale a costruire il proprio futuro e innanzitutto a
garantire che un futuro vi sia». (Enrico Berlinguer)