Il Centro Studi ha evidenziato per il 2012 degli ingegneri una nuova
fase di difficoltà rispetto alle opportunità occupazionali. Il peso
della forte crisi che sta vivendo il Paese ha cominciato a coinvolgere
nel 2012 pesantemente anche quei segmenti del mercato del lavoro
tradizionalmente considerati più forti e stabili, gravando su tutti i
settori produttivi. Inevitabili dunque le ripercussioni
sull'occupazione delle figure professionali che sembravano meno esposte
alla recessione.
Nonostante la forte capacità di adattamento dimostrata dalla categoria
professionale degli ingegneri che nel 2011, a dispetto dell'aumento di
laureati in ingegneria (arrivati a quota 600 mila), aveva addirittura
registrato una diminuzione del tasso di disoccupazione interno sceso al
3,4%, a livelli quindi pari a quelli degli anni antecedenti la crisi,
il tasso di disoccupazione del 2012 tocca il suo massimo mai raggiunto
negli ultimi anni (4,4%) e tra i giovani laureati, ad un anno dal
conseguimento del titolo, supera addirittura il 10%.
La conseguenza è che sul territorio nazionale vi sono complessivamente
nel 2012 circa 16mila ingegneri in più di quanti richiesti dalle
imprese. E per la prima volta il saldo occupazionale è negativo in
tutte le aree geografiche: anche le imprese del Nord-Ovest, infatti, da
sempre particolarmente ricche di possibilità occupazionali, risentono
della crisi e se fino allo scorso anno la domanda di competenze
ingegneristiche superava la disponibilità di professionisti sul
territorio, nel 2012 si registrano circa 3.000 posti in meno rispetto
al numero di ingegneri disponibili. Nel Nord-Est sono 2.200 i posti in
meno, nel centro 3000 e nel Sud e isole il numero arriva addirittura a
7.750 per un totale complessivo di 15.950.
Un altro dato interessante che emerge dall'indagine del Centro Studi è
che gli ingegneri italiani sono i più apprezzati, i più richiesti, ma
anche i meno pagati se confrontati con i loro colleghi stranieri di
Francia, Spagna e Regno Unito. Sono stati presi in esame alcuni profili
ingegneristici, tra i più richiesti, e messe a confronto le
retribuzioni annue lorde offerte loro dalle imprese in Italia, Spagna,
Francia e Regno Unito a parità di mansioni e di condizioni. Il quadro
che ne è venuto fuori per gli ingegneri italiani è desolante:
retribuzioni iniziali basse e scarse possibilità di "crescita
economica". Apparentemente, solo gli ingegneri spagnoli percepiscono
uno stipendio simile a quello degli ingegneri italiani, ma in realtà in
Spagna è presente un cuneo fiscale decisamente inferiore a quello
italiano, ragione per cui lo stipendio netto (e dunque i soldi che il
lavoratore intasca realmente), si rivela più elevato anche per gli
spagnoli.
Ilenia Cicirello
- Centrostudi.it