«CERCASI stanza
singola», «Affittasi doppia a studentesse referenziate», «Offro posto
letto». Annunci che si leggono un po’ ovunque, in una città
universitaria. Soprattutto in Italia, dove il 60 per cento degli
studenti è fuorisede. E oltre alle bacheche piene di bigliettini di
carta, ormai ci sono anche gli spazi virtuali del web. Housing Anywhere è uno di questi. Però
completamente diverso dagli altri siti di annunci. La piattaforma nata
nel 2009 a Rotterdam, nei Paesi Bassi, ha una particolarità: fatta
dagli studenti per gli studenti, ma
con l’inedita collaborazione delle università.
Si può accedere infatti solo con la mail rilasciata dagli atenei e lì si possono postare
annunci per stanze. Inizialmente nata per gli Erasmus, ora è allargata
a tutti gli studenti universitari, fuorisede compresi. Il sito parla
anche un po’ italiano. Sono 85 le
università che nel mondo hanno già aderito al progetto, e l’Italia è al
terzo posto, dopo Paesi Bassi e Germania.
CI SONO Bologna (la prima, dal 2012),
Pisa (insieme alla Scuola superiore Sant’Anna), Torino, Firenze e
Bolzano. «Ma
puntiamo a diventare i primi», spiega Gianluca
Bellan, che da
aprile 2013 guida a Rotterdam un team di italiani, dopo aver iniziato a
lavorare con Housing Anywhere nel novembre 2012. «Tutte le università
che abbiamo contattato hanno mostrato interesse, e questo mi dà fiducia
sul nostro Paese». È vicino l’accordo con la Sapienza di Roma, la
Cattolica di Milano, Siena, Trento, Trieste, Pavia e Padova.
BELLAN, 24 anni, rodigino di Loreo,
studi a Padova, Erasmus a Lisbona e Praga, e laureato alla Business
school di Copenhagen, si è fatto portavoce del progetto «avendo vissuto
gli effetti della mobilità internazionale sulla mia pelle». Così decine
di istituti in tutta Europa, ma anche Brasile, Stati Uniti e persino
Singapore, hanno scelto Housing Anywhere. Che è anche un modo per
«aiutare le matricole nel rapporto diretto con l’università».
L’obiettivo, spiega Bellan, è «far capire che questa è la strada del futuro e può diventare la
piattaforma ufficiale per gli atenei». Tutto in regola,
naturalmente, contro l’evasione e gli affitti in nero: sul sito c’è una
sezione ad hoc con norme da tutto il mondo sui subaffitti.
GLI INVESTIMENTI sono contenuti
(«quasi a costo zero»), si punta soprattutto su una massiccia su
Facebook. Sul social network i like sono 7.300: da qui arriva il 20 per
cento delle 250mila visualizzazioni, il resto dai siti delle
università. A febbraio arriveranno anche una app e la versione per
smartphone. Il progetto è in crescita, dicono i numeri. In cinque
anni sono state postate 7.000 stanze: 6.700, il 95%, sono state
affittate a studenti (70% Erasmu, 25% fuorisede). Nel 2009 a Rotterdam
c’erano 32 stanze, nel 2013 382. A Bologna quasi tutte affittate le 79
stanze postate in un anno e per il 2014 ci sono finora 25 stanze (7
hanno già trovato un ‘occupante’). La città delle Due Torri è la
settima per ‘rendimento’.
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