
Nessuno ha mai risposto ai quesiti posti: nel corso di questa legislatura la responsabilità della politica scolastica è ascrivibile al Pd, i cui esponenti preposti alla gestione degli enti, rispetto ai rapporti con i docenti e con le loro rappresentanze risultano essere gravemente deficitari.
Nell'interrogazione veniva chiesto al Ministero se lo svolgimento di funzioni tipiche degli esecutori/assistenti amministrativi, siano da ritenere una funzione docente; in che maniera, visto il caso di Parma, il Ministero volesse intervenire per tutelare i dipendenti minacciati di sanzioni, allo scopo di indurli a compiere mansioni non dovute. Ciò considerando anche che si potrebbero configurare anche responsabilità penali a carico dei funzionari e dei dirigenti interessati, costringere una persona ad atti non dovuti è ancora un reato. Il loro silenzio è eloquente.
In questi giorni c'è stata inoltre l'incredibile dietrofront del governo rispetto al problema degli insegnanti "quota 96", ai quali viene vietato di andare in pensione. Il governo si era impegnato a risolvere il problema, alla fine per "risparmiare" anziché eliminare i tanti sprechi che nell'Istruzione ci sono, ha preferito venire meno alla parola data.
E' grave che questo venga giustificato anche da politici parmigiani del Pd, che dovrebbero essere più attenti al collegio che li ha espressi che agli ordini di partito.
Salvatore Pizzo, portavoce della Gilda Unams di Parma, precisa anche che:
"La stessa parte politica anche nelle amministrazioni, provinciale e comunali, in merito alle decisioni di politica scolastica del territorio, preferisce discuterne con chiunque tranne che con i rappresentanti degli insegnanti delle organizzazioni firmatarie del contratto nazionale di settore, esempi sono stati il protocollo sui farmaci nelle scuole e il riordino dell'offerta formativa provinciale".
gildaparma@gmail.com