
L’Invalsi non si preoccupa di gestire il lavoro di data entry nelle sue piattaforme informatiche, per tale incombenza non viene esperita alcuna gara d’appalto, né viene proposto un compenso per il personale scolastico.
Talvolta ci si trova di fronte a dirigenti scolastici che pretendono tale attività di inserimento dati come se fosse un atto dovuto, tanto che la Gilda di Parma e Piacenza suggerisce, in casi estremi, di denunciare ciò alla Procura della Repubblica in quanto si potrebbe configurare il reato di violenza privata.
I docenti non sono dipendenti dell’Invalsi, ente che ha una personalità giuridica ed una propria amministrazione.
Fino ad oggi per trovare una soluzione temporanea, ove possibile si è tamponato con la contrattazione d’Istituto, in quanto il CCNL prevede (art. 88 lettera N) che è possibile remunerare con il FIS i “particolari impegni connessi alla valutazione degli alunni”, in altri casi si è anche operato con recuperi orari.
Il coordinatore della Gilda di Piacenza e Parma Salvatore Pizzo precisa: “In assenza di una contrattazione nazionale specifica, vogliamo che i capi dell’Invalsi e i loro referenti politici nel nostro territorio iniziassero a capire il concetto di remunerazione del lavoro”.
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