Cari lettori, un
insegnante a me vicino per rapporti parentali e
personali mi ha sensibilizzato sulla questione "quota 96", cioè a dire su un gruppo di docenti
della Repubblica che sta subendo una serie progressiva di beffe in nome
delle coperture finanziarie e delle scelte di politica economica degli
ultimi tre governi (Monti, Letta e Renzi). Ciò che appare realmente
pregiudizievole dei diritti civili è questa sorta di "gioco delle
aspettative" che lo Stato fa nei confronti di una categoria di
cittadini che appaiono come sudditi da trattare secondo la libera
volontà del sovrano piuttosto che persone da rispettare, se non altro
con riferimento ad un dato fondamentale dell'esistenza: i programmi di
vita che costoro hanno deciso liberamente di assumere per il proprio
futuro.
Modificare e rimodificare la legislazione in merito al pensionamento,
non per i nuovi entrati, ma per coloro che si trovano nella condizione
di essere prossimi all'uscita dal lavoro, vuol dire infatti "usare" la
loro vita nel senso di farsi beffa di quelli che sono i progetti di
ciascuno rispetto al proprio futuro. In questo senso l'amico Giovanni
dice bene quando sostiene che in questo fantozziano tira e molla c'è
una violazione dei diritti costituzionali, almeno in quella forma di
"diritti inviolabili" (art. 2 Cost.) che a buon titolo può contenere
anche il diritto a progettare il proprio futuro prossimo, dopo una vita
di lavoro votata alla crescita delle giovani generazioni. Giovanni, con
limpida chiarezza mi scrive quanto segue ed io ci tengo che il suo
scritto sia a vostra disposizione affinché, sul punto, sia finalmente
fatta un'informazione corretta.
"Sono Giovanni Citterio, nato nel marzo 1952, insegnante, appartenente
a "quota 96?. Questo gruppo di 4000 insegnanti è stato, questa estate,
al centro dell'attenzione dei media per la mancata approvazione, al
Senato, dell'emendamento che consentiva il sospirato pensionamento
negatoci dalla riforma Fornero del dicembre 2011. Su di noi sono state
dette e scritte molte inesattezze che hanno contribuito a creare
nell'opinione pubblica giudizi sbagliati facendoci passare per
privilegiati e fannulloni. Alcune precisazioni: "quota 96? è
esclusivamente per il settore scuola e non per altri settori in quanto
solo per noi l'unica finestra di uscita dal lavoro è il primo
settembre. Cadono così tutte le eccezioni che ci possano essere
emulazioni da parte di altre categorie. Il nostro non è un
prepensionamento, anzi è un post pensionamento di due anni rispetto al
diritto maturato nell'a.s. 2011/2012. L'errore tecnico commesso dal
Ministro Fornero è riconosciuto da tutti: dai partiti ai sindacati, dal
Miur, dalla stessa ex ministra, ma nessuno rimedia a questa profonda
ingiustizia. Con l'inserimento dell'emendamento nel pacchetto di
riforme della Pa sembrava finalmente conclusa positivamente la nostra
fantozziana vicenda, ma ecco l'ennesima beffa. Traditi sull'altare
delle coperture e di Cottarelli. Questa ennesima ingiustizia non
colpisce solamente noi di "quota 96? ma tutti i cittadini che credono
ancora nel rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione e credono
che sia compito della politica correggere errori ed iniquità. Renzi ha
anticipato che ci sarà un provvedimento che riguarderà la scuola e che
tratterà anche "noi" ma indiscrezioni dicono che sarà possibile uscire
dal lavoro con penalizzazioni. Un assurdo. Oltre al danno, la beffa.
Pregiudizi e qualunquismo penalizzano ingiustamente la nostra
categoria. Non chiediamo privilegi ma solo il rispetto di un nostro
diritto. Grazie per l'attenzione e per il contributo ad una corretta
informazione".
Grazie Giovanni per la chiarezza.
Luca D'Auria - Ilfattoquotidiano.it