Ho appena
ascoltato le interrogazioni rivolte al ministro Beatrice Lorenzin per
la morte della piccola Nicole, nata nella casa di cura privata
"Gibiino" di Catania e morta poche ore dopo, mentre veniva
trasportata in un ospedale di Ragusa (sic), dopo che era stata
constatata l'impossibilità di curarla a Catania. Gentile ministro
Lorenzin, la sua indignazione nel discutere di questa tragedia - che
traspariva da ogni sua parola, malgrado il suo aplomb ministeriale - è
per me la sola speranza che qualcosa possa cambiare nel criminoso
sistema della sanità siciliana. Ho notato che dopo che lei ha
menzionato alcune delle "criticità" dalle quali forse è dipesa la morte
della piccola Nicole (l'inadeguatezza della casa di cura "Gibiino" e
del suo personale, l'uso improprio dei mezzi di soccorso neonatale in
dotazione al Santo Bambino, la norma che vieta che gli elicotteri per
il trasporto di infermi possano levarsi in volo oltre le ore 18,00
etc.) le è sfuggita un'espressione "politically uncorrect": è stato
quando ha parlato della Sicilia come di "Regione sotto tutela". Lei si è
subito scusata per l'espressione, che farà inferocire tanti difensori a
oltranza dell'autonomia siciliana.
Non c'era motivo perché lei si scusasse. La Sicilia è la regione
costituita prima di ogni altra, addirittura prima della nascita della
Repubblica, con più autonomia di ogni altra regione e l'esito è quello
che vediamo: classe dirigente trasversalmente amorale, dedita al
proprio esclusivo arricchimento, da perseguire mediante l'occhiuto
scrutinio di ogni legge, norma, bando o regolamento che possa portare
denaro in casa (sic: "in casa",
non "in cassa"). Ecco dunque la proliferazione delle Comunità montane
(anche in riva al mare), dei posti di sottogoverno, dei posti di
redattore capo all'Ufficio stampa della Regione (più numerosi che a
Buckingham Palace o alla Casa Bianca), di guardie forestali,
l'elargizione di stipendi da favola ai dipendenti regionali, fatti
tutti dirigenti ancorché privi di subordinati da dirigere, molti dei
quali guadagnano assai più del presidente Obama o del segretario
generale dell'Onu.
Il comune di Giarre si è appropriato di fondi che la comunità europea
elargiva per la costruzione di uno stadio per l'hockey a cavallo;
il comune ha speso quei soldi senza - ovviamente - concludere la
costruzione dello stadio, ma nessuno se ne è dispiaciuto perché, come
ognun sa, nessuno in Sicilia ha mai giocato a hockey a cavallo; ciò che
importava era che quei fondi arrivassero a Giarre, per essere
manipolati da amministratori locali. Una volta ottenuto ciò, nessuno ha
trovato da ridire.
Non si scusi, dunque, gentile Beatrice, per le sue parole ma si faccia
piuttosto promotrice di una campagna per la messa sotto tutela non
della sanità siciliana, ma dell'intera Regione o addirittura - se ci è
lecito passare a un sogno - per la soppressione della Regione. Credo
che mai amministratori residenti a Roma si siano dimostrati così
incapaci, rapaci e disonesti quanto quelli che noi siciliani abbiamo
eletto da 70 anni a questa parte. Con i migliori auguri di buon lavoro.
Prof. Maurizio Ternullo
astronomo presso Istituto Nazionale
di Astronomia - Osservatorio di Catania