
Assistere a queste scene dovrebbe fare arrabbiare non solo i docenti ma più in generale tutti i cittadini italiani se si considera che, da un lato l’Italia rientra tra i Paesi maggiormente industrializzati e che l’istruzione pubblica è certamente una leva fondamentale per l’autorealizzazione dell’individuo e per assicurare a tutti pari opportunità e fare funzionare l’ascensore sociale, mentre dall’altro lato, la percentuale di spesa pubblica che il nostro Paese destina all’istruzione pubblica è di gran lunga inferiore rispetto alla media dei Paesi dell’ OCSE e i motivi di ciò ovviamente non sono comprensibili. Inoltre, aggiungo che, assistere a queste scene dovrebbe fare indignare se si considera altresì che mentre la scuola pubblica cade a pezzi e si risparmia su tutto il nostro Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha recentemente firmato il decreto che definisce i criteri per l’assegnazione dei contributi alle scuole paritarie validi per il 2015.
I contributi ammontano a 471,9 milioni, destinati alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado, in possesso del riconoscimento della parità scolastica. Il finanziamento delle scuole paritarie con risorse pubbliche non è opportuno in tempi di crescita e sviluppo economico e diventa inaccettabile in questo momento storico in cui il nostro Paese sta vivendo una lunga e logorante crisi economica. Ovviamente qui non si sta sostenendo una tesi contro il libero mercato o la libera concorrenza, le scuole private o paritarie possono e debbono stare sul mercato in libera concorrenza con la scuola pubblica purché siano finanziati con capitali privati e non con risorse pubbliche.
Giuseppe Rizzuto
Candidato al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione