
Il Tfa, istituito dall’ex ministro Gelmini, è attualmente l’unico canale di abilitazione all’insegnamento in Italia, con due cicli già svolti (l’ultimo si è appena concluso, presto potrebbe esserne arrivato un terzo, in attesa della possibile riforma dell’abilitazione anticipata da ilfattoquotidiano.it). Esiste dal 2010 e fino ad oggi ha sfornato circa 30mila abilitati. Questi docenti, gli ultimi ad aver conseguito il titolo, sono anche i principali esclusi dalla riforma della scuola. Il piano straordinario del governo, infatti, si propone di svuotare le Graduatorie ad Esaurimento, dove sono iscritti i precari storici, così da risolvere un problema annoso del sistema e poter bandire in futuro concorsi con cadenza regolare. A costo, però, di tagliare fuori gli insegnanti più giovani. La situazione, adesso, potrebbe cambiare radicalmente con la decisione del tribunale cremonese: fra i 100mila assunti ci sarà almeno uno degli abilitati Tfa inizialmente esclusi.
Per il momento i dettagli sono ancora sconosciuti: l’avvocato Sirio Solidoro, che ha curato il procedimento, preferisce non rivelare la strategia che ha permesso di ottenere quella che definisce “una vittoria storica e clamorosa”. Si sa soltanto che il beneficiario è un abilitato del secondo ciclo. Non un depennato, né congelato Ssis, o con 36 mesi di servizio. Nessuna particolarità di carriera, dunque: un tieffino come tanti altri. E il giudice del lavoro, accogliendo il ricorso con urgenza, non si è limitato ad inserire il docente in GaE. Ma, citando il piano di assunzioni della riforma, ne ha disposto esplicitamente l’inclusione e la partecipazione alla “fase zero” che sta partendo in questi giorni.
In passato, a dicembre per la precisione, una sentenza del Consiglio di Stato aveva già ammesso alcuni abilitati Tfa in GaE, ma solo con riserva. Qui il provvedimento è a pieno titolo. “Qualcosa di impensabile fino a poche settimane fa, la dimostrazione che queste Graduatorie non sono poi così chiuse”, sottolinea l’avvocato Solidoro. Ancora da capire cosa cambierà per il futuro: possibile che il Ministero si appelli. Ma anche che vengano presentati nuovi ricorsi analoghi ai tribunali del lavoro. “Fossi il ministro mi interrogherei profondamente. Abbiamo ottenuto una vittoria senza precedenti, l’auspicio è che abbia dei seguiti “, conclude il legale. Ci sperano tutti gli abilitati Tfa esclusi della riforma. E sono migliaia.
Lorenzo Vendemiale - Ilfattoquotidiano.it