Graziosa e
dolce Luna.
Questa lettera vuol essere l'ultimo atto che ti giunge da parte di
tutti gli uomini della terra. Crediamo infatti che da quando
Collins, Armstrong e Alduin han fatto la passeggiata sul tuo suolo i
nostri rapporti siano cambiati. L'idillio tra te e gli uomini
che dura da quando esiste il mondo morirà ora che su di te si è
posato un lembo di umanità. Sembravi così lontana, irragiungibile,
quasi che lo spazio ci dividesse
per sempre. Ma il sogno di Giulio Verne si è compiuto:
l'uomo ha annullato la distanza che ci divide e ti ha raggiunto
rompendo il secolare rapporto di rispettoso omaggio verso di
te, così sola, così malinconica.
Noi ti conoscemmo da piccoli e quando ti vedemmo per la prima volta,
così pallida, così bianca pensammo quale poteva essere il tuo compito
lassù in cielo, solitaria tra le stelle. Ti guardammo stupìti, ci
sorridesti, noi sorridemmo a te. Così imparammo a guardarti sempre
e ad amarti con maggior stupore e meraviglia. Tu hai conosciuto
le nostre prime ansie giovanili, le nostre confessioni, percepito i
pensieri delle nostre delusioni a nessuno mai da te svelati. Cara Luna,
quante cose sai tu di noi. Ora potremmo parlarti ancora ? Tu eri
la Luna dolce, morbida, pallida, colmata di luce, bella, la Signora
delle notti stellate, misteriosa, sconosciuta amica dei gatti sui
tetti, dei lupi nelle notti fredde d'inverno, del fuggiasco, del
pescatore, dell'innamorato. In te c'erano riposti tutti i parti della
nostra fantasia. E quanti poeti, narratori non si sono a te rivolti per
trarne ispirazione. Forse tu non ci farai caso a questa nuova
situazione che si è venuta a creare tra noi con lo sbarco dell'uomo sul
tuo inviolato suolo e farai come se nulla fosse accaduto. Ci
continuerai a sorridere e certamente saprai mantenere i più segreti
pensieri che gli uomini di rivelano.
Ma quell'amore nostro antico potrà restare inalterato? Tu potrai
restare la nostra innamorata e confidente? Qualcosa che cambierà il
nostro rapporto arriverà di certo. Tu, o Luna, siamo certi ormai, hai
un grande compito da assolvere. Il buon Dio non ti ha posto lì per
caso. Forse, cara signora dello spazio, hai il compito di aprirci gli
occhi per vedere meglio le cose della Terra, per guidarci nella giusta
direzione che conduce verso la conoscenza più profonda ed immediata di
Dio Creatore. Forse tu ci aiuterai a superare le divergenze che
minacciano di aggravarsi fino ad esplodere nella distruzione del
genere umano.
Questo ci attendiamo da Te ora che sei dieventata umana: che tu ci
aiuti a superare le minacce dell'egoismo. Resta integra, dunque, pur
umanizzata ma non contaminata dall'odio che divide gli uomini della
terra.
Giovanni Palumbo
luglio 1969