Tirano un sospiro di
sollievo gli studenti del 1° ciclo, che, a partire dal prossimo anno,
saranno ammessi alla classe successiva e all’esame anche in presenza di
una o più insufficienze.
Soddisfazione anche per quanto riguarda le prove Invalsi, che saranno
somministrate entro il mese di aprile e non durante l’esame. La
partecipazione alle prove, però, costituirà requisito d’accesso e gli
esiti saranno riportati nella certificazione delle competenze, ma non
influiranno sul voto finale. Novità anche per gli scritti che da
quattro si riducono a tre così come le funzioni di presidente,
ricoperte ancora per quest’anno da un esterno, saranno svolte, dal
prossimo anno, dal dirigente scolastico della scuola stessa. Debuttano,
infine, tra le materie oggetto di valutazione, le attività inerenti
l’ambito di «cittadinanza e Costituzione».
La Commissione
La Commissione d’esame è articolata in sotto-commissioni, una per ogni
classe terza, composte dai docenti del consiglio di classe; svolge le
funzioni di presidente il dirigente scolastico dell’Istituzione
scolastica sede d’esame o, in caso d’impedimento o reggenza, un suo
collaboratore delegato.
Requisiti d’accesso
Se fino ad oggi la presenza di una o più insufficienze sanciva la non
ammissione all’esame, dal prossimo anno scolastico la presenza di tutti
sei in pagella non sarà imprescindibile requisito d’accesso. Al
contrario, l’eventuale non ammissione dovrà essere debitamente motivata
dal consiglio di classe. L’articolo 6 del decreto recita infatti: «Nel
caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in
una o più discipline, il consiglio di classe può deliberare, con
adeguata motivazione, la non ammissione alla classe successiva o
all’esame conclusivo del primo ciclo». Resta, comunque, fermo il
requisito della frequenza di almeno tre quarti del monte ore
personalizzato, salvo deroghe da parte del collegio dei docenti.
Le prove Invalsi
La partecipazione alle prove Invalsi costituisce requisito d’accesso
all’esame, ma le stesse non verranno svolte durante la sessione
d’esame, bensì nel mese di aprile e i risultati non concorreranno alla
valutazione finale. Le prove saranno computer based e, oltre a rilevare
i livelli di apprendimento in italiano e matematica, riguarderanno
anche l’inglese. L’esito del livello raggiunto nelle prove viene
riportato distintamente per ciascuna disciplina oggetto della
rilevazione nella certificazione delle competenze. Le prove dovranno
essere sostenute anche dagli alunni con bisogni educativi speciali.
Il numero delle prove
Il numero delle prove scritte si riduce da quattro (italiano,
matematica, inglese e seconda lingua straniera) a tre: prova scritta di
italiano (o della lingua nella quale si svolge l’insegnamento), volta
ad accertare la padronanza della lingua; prova scritta relativa alle
competenze logico matematiche; prova scritta di lingue straniere,
articolata in due sotto sezioni: I e II lingua. Rimane confermato il
colloquio per valutare le conoscenze descritte nelle “Indicazioni
nazionali”, ma anche per accertare l’acquisizione delle competenze di
cittadinanza, di argomentazione, di risoluzione di problemi e di
pensiero critico e riflessivo. Per le sezioni a indirizzo musicale è
prevista, inoltre, una prova pratica di strumento.
La valutazione
La valutazione finale complessiva, deliberata dalla Commissione, è
espressa in decimi e scaturisce dalla media, arrotondata all’unità
superiore per frazioni pari o superiori a 0,5, tra il voto di
ammissione e la media dei voti delle prove. L’esame si intende superato
con una votazione di almeno 6/10. La lode, per chi abbia conseguito il
punteggio di 10/10, è attribuita all’unanimità dalla Commissione, che
valuterà anche l’intero percorso triennale dello studente. Per i
candidati privatisti l’esito è determinato dai risultati delle prove
scritte e del colloquio. Restano i voti, quindi, ma saranno espressione
dei livelli di apprendimento raggiunti e saranno affiancati da una
specifica certificazione delle competenze.
La certificazione delle competenze rilasciata al termine del 1° ciclo
descrive le competenze chiave e di cittadinanza conseguite dagli
studenti. I modelli per la certificazione tengono conto del profilo
dello studente rintracciabile nelle “Indicazioni nazionali”, delle
competenze chiave individuate dall’Unione europea, dei diversi livelli
conseguiti anche in ambito non formale ed informale, della coerenza con
il piano educativo individualizzato, se presente, e dell’esito delle
prove Invalsi.
Alessandra
Silvestri
Il Sole 24 Ore