
Divideva in due la Germania, l'Est sotto l'autoritą sovietica, e l'Ovest sotto l'influenza di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Divideva in due l'Europa, sconfitta e distrutta dal conflitto mondiale, come una "cortina di ferro", come venne definita da Winston Churchill, uno dei "vincitori" della guerra. Divideva in due il mondo, da una parte l'Occidente, il "mondo libero", democratico e capitalistico, e bello, e dall'altra parte l'Oriente, il mondo dominato dall'URSS, dal regime comunista sovietico, i cattivi.
Era una linea di confine, la fine del mondo, segnava la "guerra fredda", la contrapposizione dei due blocchi, l'equilibrio del terrore, una difficile e precaria connivenza "combattuta" sul piano economico, culturale, scientifico, propagandistico (non militare, per fortuna!), l'antitesi tra il "paradiso democratico" e "l'inferno comunista", tra i mille Peppone e i tanti don Camillo, tra il bianco e il rosso, tra il bene e il male.
E quel muro, rimasto in piedi per 28 lunghi anni, fino alla notte del 8 novembre 1989, ha "protetto" delitti e falsitą, propaganda e menzogna, paure e ingiustizie, desideri e speranze, aneliti di libertą e miraggi di giustizia, e ha fatto "tappare il naso" all'occidente e all'oriente.
Quel muro ha coperto di vergogna e di viltą un intero continente e la sua millenaria civiltą. Il muro di Berlino č stato "l'ultima spiaggia", prima del baratro, prima della fine, prima della distruzione totale, ha camuffato lupi per agnelli, lucciole per lanterne, crisalidi per portafortuna, e zenzero per virtł. Quel grigiore dei documentari d'epoca dichiara il fallimento di un'intera generazione e d'un intero sistema politico-economico.
Testimonia che non sempre vincono i migliori.
Poi una sera il muro cadde, proprio trent'anni fa, tra la gioia, il tripudio e l'incontenibile esaltazione di mezza buona gioventł d'Europa, ma per terra non lasciņ macerie, ma vergogna, e pistilli da calpestare. Non eravamo noi a difenderci da loro, ma erano loro che con pezzi di mattone si difendevano strenuamente da noi. Prima della totale omologazione del mondo.
Cąlati juncu ca passa la china!
Angelo Battiato