
Fateci caso, alla fine nessuno si ricorderà della “regola di Ruffini” o della “terza legge di Keplero”, ma della “compagna del primo banco”, delle passeggiate durante la ricreazione e del largo sorriso della prof del mattino. Perché gli insegnanti si ricordano soltanto per le cose belle che hanno donato, per le cose che vale la pena ricordare, per la fiducia e il coraggio che hanno profuso, per il rispetto che hanno dato, per i saperi che hanno trasmesso. E i giorni di scuola sono veramente fatti “della stessa sostanza dei sogni”, sono scrigni di ricordi incontaminati, forzieri di memoria da custodire negli angoli più segreti della nostra mente, archivi di sogni di gioventù, di speranza coccolate, di progetti desiderati.
La scuola è l’ultimo bastione prima del naufragio, l’ultimo margine prima della resa, il nostro ultimo rostro per battere il “nemico”. La nostra ultima speranza. Dopo c’è solamente “cemento e maleducazione”.
Angelo Battiato