Il nuovo Ministro Patrizio Bianchi in una recente
intervista, ancor prima di essere nominato, ha dichiarato che la scuola
necessita di “rilancio” per divenire effettivamente “perno dello
sviluppo del
Paese”.
Egli stesso ha posto alcune domande precise: “Quanto incide la scuola su crescita ed economia?. Perché l’Italia è il paese d’Europa con i più bassi livelli d’istruzione, i più alti tassi di dispersione scolastica e il più alto numero di NEET?” ed ha constatato come, mentre nelle altre Nazioni europee viene assegnato come investimento per l’istruzione il 10-11% della spesa pubblica, in Italia si arriva appena al 7%. Adesso occorre dare risposte e intraprendere una nuova strada.
Leggendo i giornali si apprende che in Cina, il Consiglio di Stato, che comprende 26 dipartimenti a livello di gabinetto, inclusi 21 ministeri, e la Banca popolare cinese ha assegnato all’istruzione 66 miliardi e l’istruzione è il dipartimento in cui Pechino investe di più.
Perché anche da noi, con il “Governo dei migliori” non s’intraprende questa strada?
Investire nella scuola è segno di efficienza e lungimiranza politica e amministrativa perché si comincia a costruire il futuro e si assicura garanzia di successo alle molteplici realizzazioni che si mettono in atto per rispondere all’emergenza sanitaria ed economica che la pandemia ha reso ancor più grave.
Una società capace di crescere ha necessità di un nuovo umanesimo e di una cultura salda e ben radicata che la scuola ha il compito di seminare e di coltivare.
In questi giorni dalle segreterie dei partiti, dei sindacati, dalle associazioni di categorie vengono elencate e suggerite delle priorità, che rispondono ai bisogni e alle necessità dei richiedenti.
Sono questi i giorni decisivi per progettare il nuovo anno scolastico dell’era Bianchi, evitando di ripetere gli errori commessi negli anni precedenti e definendo innanzitutto il numero degli alunni per classe così da poter panificare l’organico del personale, ed assicurare a settembre il regolare funzionamento alle attività didattiche.
Ci sarà da incrementare la formazione del Personale, le innovazioni metodologiche e la rimodulazione dell’orario e delle lezioni in funzione ai bisogni degli studenti e nell’ottica delle competenze e non soltanto della trasmissione di nozioni.
Il segno meno che si registra nella complessità del sistema scolastico, con la saggia guida del Ministro Bianchi dovrebbe diventare gradualmente positivo, e…senza quarantena!
Che cresca sempre più il verde della speranza e che i sogni diventino realtà.
Giuseppe Adernò
Egli stesso ha posto alcune domande precise: “Quanto incide la scuola su crescita ed economia?. Perché l’Italia è il paese d’Europa con i più bassi livelli d’istruzione, i più alti tassi di dispersione scolastica e il più alto numero di NEET?” ed ha constatato come, mentre nelle altre Nazioni europee viene assegnato come investimento per l’istruzione il 10-11% della spesa pubblica, in Italia si arriva appena al 7%. Adesso occorre dare risposte e intraprendere una nuova strada.
Leggendo i giornali si apprende che in Cina, il Consiglio di Stato, che comprende 26 dipartimenti a livello di gabinetto, inclusi 21 ministeri, e la Banca popolare cinese ha assegnato all’istruzione 66 miliardi e l’istruzione è il dipartimento in cui Pechino investe di più.
Perché anche da noi, con il “Governo dei migliori” non s’intraprende questa strada?
Investire nella scuola è segno di efficienza e lungimiranza politica e amministrativa perché si comincia a costruire il futuro e si assicura garanzia di successo alle molteplici realizzazioni che si mettono in atto per rispondere all’emergenza sanitaria ed economica che la pandemia ha reso ancor più grave.
Una società capace di crescere ha necessità di un nuovo umanesimo e di una cultura salda e ben radicata che la scuola ha il compito di seminare e di coltivare.
In questi giorni dalle segreterie dei partiti, dei sindacati, dalle associazioni di categorie vengono elencate e suggerite delle priorità, che rispondono ai bisogni e alle necessità dei richiedenti.
Sono questi i giorni decisivi per progettare il nuovo anno scolastico dell’era Bianchi, evitando di ripetere gli errori commessi negli anni precedenti e definendo innanzitutto il numero degli alunni per classe così da poter panificare l’organico del personale, ed assicurare a settembre il regolare funzionamento alle attività didattiche.
Ci sarà da incrementare la formazione del Personale, le innovazioni metodologiche e la rimodulazione dell’orario e delle lezioni in funzione ai bisogni degli studenti e nell’ottica delle competenze e non soltanto della trasmissione di nozioni.
Il segno meno che si registra nella complessità del sistema scolastico, con la saggia guida del Ministro Bianchi dovrebbe diventare gradualmente positivo, e…senza quarantena!
Che cresca sempre più il verde della speranza e che i sogni diventino realtà.
Giuseppe Adernò