Il 21 agosto si
celebra la Giornata mondiale
dell’imprenditore (World Entrepreneur Day).
Questa giornata, dedicata al mondo dell’imprenditoria coinvolge tutte le persone che, grazie alla propria iniziativa personale, hanno creato imprese, contribuito al progresso tecnologico, ma anche al benessere della società.
Anche il campo dell’istruzione è un settore di impresa e ne sono protagonisti i gestori delle aziende che operano nell’universo del settore scolastico: stampa, informazione, tecnologie, arredi, sussidi e sono imprenditori anche i gestori delle scuole paritarie che rispettano le norme indicate dalla Legge 62 del 2000, la quale riconosce la dignità e la parità dell’offerta di un servizio scolastico pubblico, che come sostiene Suor Anna Monia Alfieri, Cavaliere della Repubblica e paladina della libertà di educazione, “ pubblico non è sinonimo di statale, ma pubblico è tutto ciò che va a beneficio dei cittadini”.
La scuola è un’impresa educativa e i docenti che vi operano dovrebbero sentirsi tutti “Azionisti”, investendo i loro capitali di ingegno, competenza, professionalità, metodologia al fine di produrre non oggetti e cose materiali, ma aiutare gli studenti a crescere e, invece di limitarsi a trasmettere il già pensato, guidarli nell’esercizio del “saper pensare” .
Il dirigente con la sua leadership, esercita la funzione di manager d’impresa, che dovrà rendere conto della qualità del servizio prestato e della crescita armonica della comunità scolastica.
Il docente “azionista” si rende promotore di idee e di progetti che nella realizzazione apportano benefici, vantaggi economici, sviluppo e positiva immagine sociale dell’intera istituzione scolastica.
L’impresa educativa promuove le intelligenze e sviluppa la crescita di cervelli che, purtroppo, per una cattiva gestione, delle risorse, sono costrutti ad emigrare.
L’imprenditoria efficiente, da sempre motore dell’economia, nel rispetto delle leggi di mercato e della libera concorrenza, nel rispetto delle norme fissate dallo Stato, si alimenta della libertà di scelta, come dovrebbe avvenire nella scuola.
Libertà di educazione, come si legge nel recente libro dell’Alfieri, “Andare a scuola e uscire imparati” significa garantire ai genitori la libertà di scegliere la scuola più idonea per i propri figli, senza alcuna discriminazione economica.
La cultura di impresa e lo spirito di imprenditorialità, elementi connotativi della settima competenza europea, costituisce un traguardo da conseguire, svolgendo un dettagliato percorso di “imparare vedendo fare e imparare facendo”.
Tutta l’azione didattica, espressione di un progetto, è parte operativa dell’impresa educativa della scuola che, come istituzione di servizio pubblico, risponde alle esigenze dei cittadini, costruttori attivi della società.
Giuseppe Adernò
Questa giornata, dedicata al mondo dell’imprenditoria coinvolge tutte le persone che, grazie alla propria iniziativa personale, hanno creato imprese, contribuito al progresso tecnologico, ma anche al benessere della società.
Anche il campo dell’istruzione è un settore di impresa e ne sono protagonisti i gestori delle aziende che operano nell’universo del settore scolastico: stampa, informazione, tecnologie, arredi, sussidi e sono imprenditori anche i gestori delle scuole paritarie che rispettano le norme indicate dalla Legge 62 del 2000, la quale riconosce la dignità e la parità dell’offerta di un servizio scolastico pubblico, che come sostiene Suor Anna Monia Alfieri, Cavaliere della Repubblica e paladina della libertà di educazione, “ pubblico non è sinonimo di statale, ma pubblico è tutto ciò che va a beneficio dei cittadini”.
La scuola è un’impresa educativa e i docenti che vi operano dovrebbero sentirsi tutti “Azionisti”, investendo i loro capitali di ingegno, competenza, professionalità, metodologia al fine di produrre non oggetti e cose materiali, ma aiutare gli studenti a crescere e, invece di limitarsi a trasmettere il già pensato, guidarli nell’esercizio del “saper pensare” .
Il dirigente con la sua leadership, esercita la funzione di manager d’impresa, che dovrà rendere conto della qualità del servizio prestato e della crescita armonica della comunità scolastica.
Il docente “azionista” si rende promotore di idee e di progetti che nella realizzazione apportano benefici, vantaggi economici, sviluppo e positiva immagine sociale dell’intera istituzione scolastica.
L’impresa educativa promuove le intelligenze e sviluppa la crescita di cervelli che, purtroppo, per una cattiva gestione, delle risorse, sono costrutti ad emigrare.
L’imprenditoria efficiente, da sempre motore dell’economia, nel rispetto delle leggi di mercato e della libera concorrenza, nel rispetto delle norme fissate dallo Stato, si alimenta della libertà di scelta, come dovrebbe avvenire nella scuola.
Libertà di educazione, come si legge nel recente libro dell’Alfieri, “Andare a scuola e uscire imparati” significa garantire ai genitori la libertà di scegliere la scuola più idonea per i propri figli, senza alcuna discriminazione economica.
La cultura di impresa e lo spirito di imprenditorialità, elementi connotativi della settima competenza europea, costituisce un traguardo da conseguire, svolgendo un dettagliato percorso di “imparare vedendo fare e imparare facendo”.
Tutta l’azione didattica, espressione di un progetto, è parte operativa dell’impresa educativa della scuola che, come istituzione di servizio pubblico, risponde alle esigenze dei cittadini, costruttori attivi della società.
Giuseppe Adernò