In occasione del
Consiglio nazionale che si è svolto in questo fine settimana a Reggio
Calabria, A.Ge.S.C. (Associazione Genitori Scuole Cattoliche) ha
elaborato i dati MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca)
sull’andamento del numero degli iscritti alla scuola paritaria e
statale in Calabria e in provincia di Reggio, tra l’anno scolastico
2004/05 e 2008/09.
A livello regionale risulta che la scuola paritaria cresce per numero
di iscritti del 12,43% (20.974 studenti contro 18.655 del 2005). Al
contrario, gli studenti della statale fanno registrare un calo pari al
7,30% (312.672 alunni contro 337.280 nel 2009).
Analizzando per gradi (scuola / infanzia / primaria / secondaria di I e
II grado) l’andamento dei due comparti (paritaria e statale) risulta
eclatante la variazione nella scuola dell’infanzia nelle paritarie (+
19,51%). La scuola non statale fa riscontrare tra il 2005 e il 2009 un
incremento anche nella scuola primaria
(+1,60%).
Nella scuola secondaria di I grado, la paritaria fa registrare
un deciso calo (-17,93%,). Nella secondaria di II grado la diminuzione
risulta più contenuta (- 3,73%). Nella scuola statale in Calabria si
osserva un calo degli studenti in tutti e quattro i livelli scolastici
(infanzia – 8,58%, primaria – 6,21%, secondaria I grado – 11,08%, nella
secondaria di II grado – 5,39%).
A livello provinciale, e focalizzando la scuola paritaria nella
provincia di Reggio Calabria (TAVOLA 7), si registra dal 2005 al
2009 un incremento del 20% (19,65%). Il numero degli iscritti, passando
da 7.925 a 9.482, posiziona Reggio al primo posto nella regione,
seguita da Catanzaro con 6.359 studenti. In crescita anche
Cosenza (+12,03%). L’incremento maggiore di iscritti alla scuola
paritaria è stato rilevato a Vibo Valentia (+24,41%). Calano, invece,
Crotone (-11,12%) e Catanzaro (-4,73%).
Gli alunni della scuola statale, al contrario, in linea con il dato
regionale, nella provincia di Reggio calano del 7,21% passando da
93.849 a 87.078. Reggio si posiziona dopo Cosenza (109.902 alunni) e
prima di Catanzaro (58.845). Seguono Crotone (29.339 alunni) e Vibo
Valentia (27.508), che fa registrare anche il decremento maggiore di
alunni alla statale (-8,64%) nel periodo considerato.
Prendendo in esame l’andamento degli iscritti per grado nella scuola
paritaria si rileva a Reggio tra il 2009 e il 2005 un incremento nella
scuola dell’infanzia del 33,04%, mentre una diminuzione si registra sia
nella primaria (- 7,49%) che nella secondaria di primo grado (-
17,38%). Diversamente, la secondaria di II grado risulta in crescita (+
2,64%).
Mantenendo l’attenzione sulla sola provincia di Reggio Calabria, nella
scuola statale di ogni grado i dati che emergono sono costantemente in
territorio negativo. La diminuzione degli iscritti nella scuola
dell’infanzia è del 9,30%, nella primaria del 5,47%, nella secondaria
di I grado del 9,86%, nella secondaria di II grado del 6,32%.
Commentando questi dati, il Presidente di A.Ge.S.C. (Associazione
Genitori Scuole Cattoliche) Mariagrazia Colombo ha dichiarato: “Non
solo Reggio Calabria detiene il primato a livello regionale del numero
degli iscritti alla scuola paritaria ma fa registrare un tasso di
crescita molto significativo. Questi dati concorrono a spiegare
la scelta di svolgere a Reggio il Consiglio nazionale di A.Ge.S.C. La
città sta, infatti, diventando un punto importante nel panorama
territoriale dei nostri associati.
In uno studio condotto a livello nazionale dal Dipartimento di Scienze
Antropologiche della Facoltà di Scienze della Formazione
dell’Università di Genova, sotto la guida della Professoressa Luisa
Ribolzi, risulta che – ha proseguito Colombo - in Italia, una
famiglia su cinque sceglierebbe la scuola non statale se ne avesse le
possibilità finanziarie. Se lo Stato incentivasse con 500 o 1.000 euro
al mese la migrazione dalla scuola statale a quella paritaria, dice
anche lo studio, il saldo contabile dell’intervento sarebbe positivo a
favore dello Stato (da + 0,13% di risparmio sul budget dedicato alla
scuola, considerando la migrazione dei soli studenti del primo anno di
ogni grado, +0,54% per la migrazione degli studenti di tutti gli anni
di corso).
Tuttavia, – ha concluso il Presidente Colombo - credo sia il momento di
superare gli stereotipi, logorati dall’uso e dal tono recriminatorio,
del dibattito sulla scuola paritaria, e dare una svolta alla questione.
Risulta, infatti, ormai evidente che la scuola paritaria implica
strutturalmente il concetto di bene comune. La scelta educativa,
infatti, rientra di diritto tra le facoltà di ogni famiglia e non può
basarsi su criteri meramente economici, perché educazione e cultura si
fondano sulla libertà. Minare il diritto all’educazione equivale a
porre un limite alla democrazia. Per questo ci battiamo perché si
riconosca che il sistema scolastico nazionale non può essere
unidimensionale, cioè statale, e ringraziamo l’impegno delle famiglie
calabresi a fare diventare il sistema formativo plurale una realtà”.
(Da http://www.strill.it)
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