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Costume e società: ISTAT: Infanzia e vita quotidiana nel 2011 -3-

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Passando a considerare la frequenza con cui bambini e ragazzi tra gli 11 e i 17 anni escono da soli o con gli amici di giorno (escluse le uscite per andare a scuola o al lavoro), emerge come il 18,2% di essi esce tutti i giorni (da soli o con gli amici), mentre un altro 56,7% lo fa una volta o più volte a settimana. Il 14,7% di essi esce meno di una volta alla settimana e il 10,4% non esce mai, quota questa che aumenta in modo significativo soprattutto nella fascia tra gli 11 e i 13 anni (17% per i maschi e il 26,6% per le femmine). Più rare sono le uscite serali: il 37,4% bambini e ragazzi tra gli 11 e i 17 anni esce di sera (da soli o con gli amici) una o più volte alla settimana e solo per una minoranza è un’abitudine quotidiana (4,8%). Il 19,2% di essi esce meno di una volta alla settimana, mentre la quota di coloro che non esce mai la sera si attesta al 38,6%. Escono quotidianamente sia con gli amici che da soli soprattutto i maschi e in particolar modo i più grandi: il 33,7% dei ragazzi di 14-17 anni escono tutti i giorni contro il 16,7% delle ragazze della stessa età.                      
  Il 10,9% esce tutte le sere contro il 3,6% delle loro coetanee. Quando escono di sera, il 46,3% dei ragazzi di 11-17 anni rientra tra le 22:00 e le 24:00, mentre la quota di chi supera la mezzanotte si attesta sul 13,7%. Tra i luoghi frequentati almeno una volta a settimana dagli 11-17enni al primo posto si colloca il bar (25,3%), seguito dal centro commerciale (21,2%), dalla pizzeria (18,6%), dalla birreria (10,9%) e dalla discoteca (3,1%). Man mano che dalla pubertà si passa all’adolescenza la frequentazione di questi luoghi coinvolge un numero crescente di ragazzi. Si recano con regolarità in birreria, pub il 17,7% dei 14-17enni (contro l’1,7% degli 11-13enni), in pizzeria il 25,1% dei 14-17enni, mentre tra gli 11-13 anni la quota scende al 10%. Anche per la discoteca e il bar si riscontra la stessa tendenza. L’unico luogo per il quale si riscontrano differenze di età più contenute è il centro commerciale.
I bambini e i ragazzi collaborano in casa con alcuni lavoretti
La maggioranza dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni è coinvolta in attività di aiuto ai genitori, come badare ai fratelli più piccoli, rifarsi il letto, riordinare le proprie cose. Nel 2011 l’88,3% dei bambini e ragazzi di questa età svolge almeno un’attività tra quelle segnalate (in lieve crescita rispetto al 1998, quando la quota era dell’87%), con una leggera prevalenza delle femmine rispetto ai maschi (90,8% contro l’85,9%). Il grado di coinvolgimento è ovviamente maggiore tra gli 11 e i 17 anni, età in cui oltre il 92% dei ragazzi è coinvolto in almeno una di queste attività di collaborazione. Tra le attività svolte abitualmente all’interno della famiglia da bambini e ragazzi le più ricorrenti sono riordinare le proprie cose (62,9%) e apparecchiare e/o sparecchiare la tavola (55,7%). Rifarsi il letto (34,2%), andare a buttare la spazzatura (28,9%) e fare la spesa o commissioni (27,6%) si collocano al terzo, quarto e quinto posto della graduatoria. Entrando nel dettaglio delle singole attività si evidenzia come bambine e bambini, ragazze e ragazzi forniscono il loro contributo su terreni diversi. Le attività più tipicamente domestiche sono appannaggio quasi esclusivo delle femmine, che più spesso dei maschi aiutano a fare le pulizie (il 35,4% contro il 15,5%), si rifanno il letto (44,0% contro 24,7%), apparecchiano e/o sparecchiano (il 65,9% contro il 45,8%), aiutano a cucinare (33,3% contro 18,2%), lavano i piatti o li mettono nella lavastoviglie (il 28,6% contro il 10,3%). Viceversa, sono più i maschi, rispetto alle loro coetanee, a fare qualche lavoretto, come piccole riparazioni (il 22,6% contro l’8,6%), andare a buttare la spazzatura (35,3% contro 22,3%) e andare a fare la spesa o altre commissioni (29,3% contro 25,8%). Emergono, inoltre, modelli differenti di partecipazione dei bambini alle attività della casa nelle varie zone del Paese. I bambini e ragazzi risultano, infatti, maggiormente coinvolti nel Nord rispetto al resto del Paese. Ad esempio, nel Nord-est la quota di bambini e ragazzi che apparecchia e/o sparecchia la tavola supera il 67% mentre nel Sud si colloca al 44%; oltre un quarto dei bambini residenti nel Centro-nord aiuta in cucina mentre nel Sud la quota è del 16,1%. Rispetto al 1998 diminuiscono i bambini sia maschi che femmine che svolgono attività fuori casa, come andare a fare la spesa/commissioni, andare all’ufficio postale e buttare la spazzatura. Tra i maschi, nell’arco di tempo considerato, aumenta l’attività di riordino delle proprie cose (dal 42,6% al 56,5%), l’aiuto in cucina (dal 9,5% al 18,2%), il rifarsi il letto (dal 17,8% al 24,7%), apparecchiare e/o sparecchiare la tavola (dal 40,8% al 45,8%), aiutare a fare le pulizie (dal 12,1% al 15,5%) , lavare i piatti e metterli in lavastoviglie (dal 7,7% al 10,3%). Tra le femmine aumenta l’attività di aiuto in cucina (dal 24,7% al 33,3%), di riordino delle proprie cose (dal 62,8% al 69,7%), e, seppur di poco, badare ai fratelli più piccoli (dal 21,6% al 24,2%), mentre risultano in calo attività come l’aiuto nelle pulizie (dal 40,8% al 35,4%) e rifarsi il letto (dal 48,4% al 44,0%). Tra il 1998 e il 2011 diminuiscono le differenze di genere, con le femmine che svolgono meno alcune attività tipicamente femminili (in particolare le ragazze tra 14-17 anni) e i maschi che, invece, vengono coinvolti di più proprio in questo tipo di attività (in tutte le fasce di età considerate). Ma i punti di partenza tra maschi e femmine erano talmente distanti che, nonostante l’avvicinamento nei comportamenti, permangono le differenze.
Un quarto dei bambini e dei ragazzi riceve la paghetta
Il 25,6% dei bambini e dei ragazzi tra 6 e 17 anni riceve regolarmente la paghetta dai genitori, il 36,9% riceve a volte un regalo o un premio. I bambini ricevono denaro più regolarmente delle bambine. Il 27,8% dei primi riceve, infatti, la paghetta settimanale a fronte del 23,3% delle seconde. Le differenze di genere sono nulle tra i 6-13 anni ma aumentano al crescere dell’età. In particolare tra i 14 e i 17 anni i ragazzi che ricevono regolarmente la paghetta sono il 53,2% mentre tra le ragazze della stessa età la quota scende al 42,1%. La vera differenziazione di genere sta nella continuità con cui i ragazzi hanno a disposizione il denaro: mentre per le ragazze il denaro è un regalo o un premio per i ragazzi si connota maggiormente come un flusso più continuo. La quota di ragazze tra i 14 e i 17 anni che riceve a volte un premio in denaro al posto della paghetta è, infatti, molto superiore a quella dei ragazzi (il 36,2% contro il 27,5%). Non ricevono la paghetta o occasionalmente un premio soprattutto i figli delle casalinghe (45,7%) e di donne con la licenza elementare o nessun titolo (42,3%). L’importo medio della paghetta è di 16 euro a settimana: si passa dagli 8 euro dei bambini di 6-10 anni, agli 11 euro dei bambini di 11-13 anni, ai 20 euro dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni. L’abitudine di accumulare piccoli risparmi riguarda il 60,7% dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni. Tale abitudine è leggermente più diffusa tra le femmine (62,2% rispetto al 59,3%), mentre rispetto all’età é più diffusa tra gli 11-13 anni (66,9%). Il comportamento dei ragazzi è diverso nelle varie zone del Paese: l’abitudine a risparmiare, infatti, è maggiormente diffusa nel Nord, in particolare nel Nord-est dove il 71,1% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni risparmia, a fronte di una quota che nel Mezzogiorno scende sotto il 52%. | 25 Rispetto al 1998 si riscontra una diminuzione del numero di bambini e ragazzi che dispongono di denaro con continuità (dal 35,1% al 25,6%). Il dato mostra un trend lievemente decrescente tra il 1998 e il 2008 e una contrazione più forte tra il 2008 e il 2011 (dal 31% al 25,6%). A fronte di questa diminuzione tra il 1998 e il 2011 si registra solo un lieve incremento di coloro che ricevono, a volte, un premio. Ad aumentare in modo più consistente è la quota di coloro che non ricevono mai denaro (dal 30,2% al 37,4%).
Quasi il 40% dei minori di 6-17 anni dispone delle chiavi di casa
Nel 2011 il 36% dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni dispone delle chiavi di casa (era il 37,8% nel 1998). La quota di ragazzi che dispone delle chiavi di casa aumenta al crescere dell’età: il 3,7% dei bambini tra i 6 e i 10 anni dispone delle chiavi di casa, quota che sale al 36% tra gli 11- 13enni e al 76,1% tra i ragazzi di 14-17 anni. Il possesso delle chiavi di casa aumenta quando entrambi i genitori lavorano e nelle famiglie monogenitore. Nelle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, il 44,6% dei bambini tra gli 11 e i 13 anni dispone delle chiavi, quota che sale all’83,9% tra i 14-17enni. Nelle famiglie monogenitore le quote sono rispettivamente pari al 43,6% e all’80,3%. La disponibilità delle chiavi di casa è maggiore tra i ragazzi residenti nel Nord, in particolare nel Nord-est: tra questi il 41,1% dispone delle chiavi di casa a fronte del 28,9% dei ragazzi residenti nel Sud.
Come cambiano i comportamenti e le disuguaglianze: una visione di sintesi
Se si guarda ai diversi fenomeni considerati, è importante notare come le femmine abbiano praticamente raggiunto i maschi nell’uso del pc e superato i loro coetanei nella maggior parte delle altre attività qui considerate: internet (65,1% contro il 63,5%), lettura (63,7% contro il 50,3% dei maschi), fruizione di cinema (81,5% contro il 79%), teatro (35,4% contro il 27,9%) e altre manifestazioni culturali. D’altra parte, se è vero che aumenta la quota di bambini che giocano con i genitori (in particolare con il papà) è anche vero che una quota rilevante di essi lo fa raramente: il 15,9% dei bambini gioca meno di una volta a settimana o mai con il papà e l’8% con la mamma. Aumenta la socializzazione, ma il 15,7% dei bambini e ragazzi di 6-17 anni non frequenta coetanei al di fuori dell’orario scolastico o di eventuali impegni extrascolastici e il 17,9% non partecipa a feste organizzate da altri coetanei. Permangono le differenze territoriali e sociali, prefigurando l’esistenza di segmenti di bambini con minori opportunità di altri o addirittura esclusi. Ad esempio, l’87,9% delle famiglie con minori del Nord-ovest possiede un pc e il 77,3% possiede una connessione a banda larga; nel Isole le quote scendono rispettivamente al 77,5% e al 58%. Aumentano i bambini e ragazzi che leggono libri nel tempo libero, ma l’Italia continua ad essere un Paese in cui si legge poco. I bambini sono le fasce di età in cui si legge di più, ma quasi la metà dei giovani lettori non legge più di tre libri in un anno. Nel Nord oltre il 68% dei bambini leggono libri nel tempo libero, ma nel Mezzogiorno la quota non raggiunge il 42%. Infine, si rilevano oltre 15 punti percentuali di differenza tra Nord e Sud per la frequentazione del teatro, 9 per il cinema, 25 per musei e mostre e 13 punti per le visite a siti archeologici e monumenti . In Italia 314 mila bambini da 6 a 17 anni (il 4,6% di questa fascia d’età), nei 12 mesi precedenti l’intervista non sono andati al cinema, non hanno letto libri, non hanno usato il pc né Internet, e non hanno praticato sport. Nel 2011 tale quota era il 7,2%. La percentuale diminuisce al crescere dell’età, passando dal 7,9% tra i 6 e 10 anni al 2,6% tra 11 e 13, all’1,8% tra 14 e 17 anni. Nel Sud si raggiunge il 7,3% contro il 2,5% del Nord e il 4,1% del Centro. Nelle famiglie operaie, a livello nazionale, la percentuale si attesta al 6,1%. Il dato positivo è che proprio laddove le differenze sono più grandi la riduzione delle disuguaglianze è stata maggiore negli ultimi anni, soprattutto nel rapporto con le nuove tecnologie, segno che i nuovi comportamenti cominciano a rompere, almeno parzialmente, anche le barriere sociali e territoriali.       (AGENPARL)

redazione@aetnanet.org








Postato il Venerdì, 18 novembre 2011 ore 13:12:05 CET di Pasquale Almirante
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