In data 5 marzo 2013 si è tenuto un incontro tra i rappresentanti della Direzione del Personale del MIUR e le Organizzazioni sindacali scuola sul reclutamento ATA e sulla copertura dei posti. Per la Uil Scuola ha partecipato Antonello Lacchei I rappresentanti del MIUR hanno riferito che il MEF, dopo la registrazione del decreto sugli organici ATA, sarebbe orientato ad autorizzare le nomine in ruolo dei profili non interessati all’accantonamento dei posti di assistente previsto dalla legge sulla revisione della spesa. Sulla questione dei docenti inidonei è in via di definizione una nuova stesura del decreto attuativo che, adottando criteri di gradualità, eviterebbe situazioni di soprannumerarietà. Sarebbe inoltre ripristinata la possibilità, per i docenti interessati, di chiedere la dispensa dal servizio, come previsto dalla normativa precedente e per gli ITP delle classi di concorso 999 e 555 in possesso di titolo, il passaggio ad altre classi di concorso. Su questi aspetti è prevista, a breve, una specifica informativa alle Organizzazioni Sindacali. L’argomento delle nomine fino all’avente diritto potrà essere affrontato solo dopo l’emanazione del decreto in questione. Nel criticare fortemente l’approccio burocratico alla materia che riguarda il futuro dei lavoratori coinvolti la UIL Scuola ha ricordato che l’accordo sottoscritto all’Aran lo scorso anno ha previsto un piano pluriennale di assunzioni che, nei tre anni, deve portare alla copertura di tutti i posti in organico di diritto. Non c’è pertanto alcuna motivazione per non procedere con le nomine in ruolo. Il Governo deve rispettare gli impegni e dare seguito alle assunzioni a tempo indeterminato. La UIL Scuola chiede che le nomine Ata siano fatte nell’anno in corso, per tutti i profili e su tutti i posti vacanti. In assenza di risposte concrete attiveremo le iniziative giurisdizionali per il rispetto della normativa europea e segnaleremo alla Corte dei Conti le responsabilità individuali di coloro che, impedendo con argomenti pretestuosi le stabilizzazioni, causano un danno erariale allo Stato.