
Tra i testimonial di spicco al seminario le grandi personalità di F. Sabatini e di L. Corradini. Entrambi intervenuti rispettivamente sulla “Lingua prima, in tutti i sensi”, ovvero sull’uso e sviluppo della lingua madre, e secondariamente nel favorire prassi didattiche ricche di plurilinguismo cognitivo e espressivo. Il secondo ha esordito evidenziando il libero gioco dell’insegnamento nella competenza musicale per avvicinare i ragazzi all’intrattenimento per la “Costituzione”.
In particolare, il comprensivo “Narbone” è stato connesso al Workshop n. 6 dal tema “La cittadinanza e le diversità”, percorsi per la conoscenza, il rispetto e la valorizzazione delle stesse nel loro contributo alla costituzione della convivenza a scuola e nella comunità. La nostra partecipazione ha riguardato la presentazione di azioni coadiuvate da referenti e dirigente della Città di Caltagirone. Rinomata anche la regione Sicilia per i suoi caratteri di creatività e per l’accoglienza alle varietà che la prospettano, non “Muro” ma “Ponte” con e per le diversità. Di particolare rilievo le indicazioni di Franco Lorenzoni, nelle vesti di coordinatore, e dell’ospite, Vinicio Ongini. Quest’ultimo ha rilevato che nel lungo tempo è necessario costruire in campo ponti non solo per l’accoglienza, ma soprattutto per il compito più arduo, qual è l’integrazione, pena l’esclusione. La personale riflessione è stata rivolta ai cittadini che rifiutano il valore di classi miste e interculturali, ritenute poco abbienti e discriminate. Alcune conclusioni hanno invitato le discipline scientifico-matematiche a riferire teorie di cittadinanza concernenti concetti e logiche d’uguaglianza contro ideologie di insensate superiorità di razza. L’invito rivolto agli educatori è stato quello di promuovere lo studio della “Costituzione e delle carte dei diritti fondamentali”, spesso dimenticate, connesse alla promozione di compiti di realtà che orientano alla partecipazione e responsabilità. Fra le didattiche di uso diffusivo sono state rilevate: il cooperative learning, il peer to peer, il gioco, l’utilizzo di letture e di drammatizzazioni, attività mediali e iconografiche, il coinvolgimento di fondazioni, di esperti di settore, visite didattiche e d’istruzione, concorsi, diffusione dei risultati con le pratiche dell’incontro sociale o della comunità. Tra i protagonisti le storie di “Giufà”, personaggio interetnico del Mediterraneo, di rilievo anche la cultura sociale, artistico, monumentale della Sicilia. La nostra scuola pertanto, mediante percorsi di realtà quali “Onde corte”, “Testimoni dei diritti”, oggetto di selezione, di azioni “multisensoriali” di contrasto, volte allo sviluppo emozionale e controllo, alla promozione dell’etica sostenibile, della lotta al cyberbullismo e al bullismo, d’educazione alla legalità e a non dimenticare la memoria, si pone per una società “aperta”, antesignana a priori delle nuove richieste di un mondo in incessante cambiamento. L’obiettivo? È bandire il verbo diffuso: “Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti”. Ribadendo che se i diritti non sono “Universali” è chiaro che si chiamano “Privilegi” e che nel fondo, attecchirebbe “il lager”. La nostra scuola, quindi, si è posta in classifica sulle ali d’indirizzo del polo tecnico e inclusivo del “service learning” nazionale.
Gabriella Longobardi