
Che la mobilitazione abbia colpito nel segno lo dimostra non solo la significativa attenzione mediatica ma anche le prime dichiarazioni della neo-ministra Carrozza e del sotto-segretario Rossi Doria.
Carrozza ha invitato a “ridimensionare i test di valutazione, che verranno usati per capire le omogeneità territoriali e avere un riscontro sul livello di apprendimento delle scuole a livello nazionale”, comprendendo le proteste, ritenendo “giusto che ci sia un dibattito” e impegnandosi a “sentire le parti in causa e a fare una riflessione”.
Rossi Doria, nel corso della trasmissione di Uno Mattina (Rai Uno) del 9 maggio, dibattendo con i Cobas e con un genitore romano, ha sostenuto che è assolutamente da evitare il “teaching to test” (cioè snaturare l’insegnamento per preparare gli studenti ai quiz), che i quiz non vanno usati per giudicare insegnanti e studenti, ed esprimendo il suo totale dissenso verso la presenza dei quiz Invalsi all’esame di Terza Media.
A prendere per buone queste dichiarazioni, parrebbe che entrambi non sappiano che l’insegnamento finalizzato ai quiz è oramai dilagante sia alle medie sia alle elementari, con libri di testo tutti orientati in tal senso; e che sta penetrando anche alle superiori ove MIUR e invalsiani vorrebbero introdurre i quiz all’esame di Maturità entro il 2015; e che niente sappiano del Sistema di (s)valutazione approvato dal precedente governo.
Verificheremo comunque la coerenza tra le parole e le azioni a partire dalle prossime tappe dello sciopero, il 14 per le medie e il 16 per le superiori, quando, insieme agli studenti, nuovamente manifesteremo nelle principali città e in particolare a Roma al MIUR (a partire dalle ore 10).
Nell’occasione abbiamo chiesto un incontro con la ministra per verificare se esiste una reale disponibilità a quel confronto e ascolto annunciati, ma soprattutto alla modifica di quanto di distruttivo la pratica dei quiz ha già introdotto nella scuola: modifica che dovrebbe portare alla eliminazione dei quiz dall’esame di Terza Media, alla rinuncia ad introdurli anche all’esame di Maturità e ad una conferma ufficiale sulla non-obbligatorietà dei quiz nelle scuole, restituendo ai Collegi docenti la piena decisionalità in merito ad una loro eventuale effettuazione.
E con la neoministra vorremmo discutere, oltre che di Invalsi e Sistema di (s)valutazione delle scuole, del furto di salario perpetrato ai danni dei lavoratori/trici con il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità; della urgenza di annullare la deportazione dei docenti "inidonei" e l'espulsione degli Ata precari; dell'assunzione dei precari su tutti i posti disponibili; della restituzione nella scuola del diritto di assemblea per tutti/e.
Piero Bernocchi - portavoce nazionale Cobas
cobas.comitati.di.base.scuola@gmail.com