Una ragazzina
di 13 anni è vittima di coetanee bulle che la
aggrediscono senza motivo, lasciandole ferite gravi nel corpo e nella
personalità. Perché ? Perché cresciamo senza una forte coscienza
personale e per questo deleghiamo il compito di discriminare tra male e
bene a un'entità superiore a noi singoli.
Si tratti del "branco" dei
bulli, si tratti della tribù alla quale si appartiene, si tratti della
"famiglia mafiosa", si tratti del corpo militare di appartenenza,
abbiamo bisogno vitale di essere accettati nel nostro "collettivo" di
riferimento - pena la perdita della accettazione da parte del gruppo,
dal quale riceviamo supporto e perfino senso identitario - e per questo
facciamo nostra l'"etica" (distorta) del gruppo, la quale non riconosce
alcuna colpa (dei suoi membri) se non quella contro altri membri del
branco.
In nome di questa delega di responsabilità, non fu possibile
sapere come morì il giovane Lele Scieri, allievo paracadutista che a
Pisa fu trovato morto nella caserma, ai piedi di una torre usata per
gli addestramenti in circostanze sorprendentemente simili al primo dei
due casi attuali (i suoi commilitoni tennero un comportamento
auto-protettivo nel più puro stile omertoso-mafioso determinando
l'aborto delle indagini).
In nome di questa "delega" di responsabilità
a qualcun altro, gli italiani sono andati in guerra due volte nel
secolo scorso (a non considerare le guerre in Etiopia e in Spagna),
confidando in capi di stato e di governo che applicavano ai rapporti
tra gli stati le stesse dinamiche mentali che il branco dei bulli o il
clan mafioso applica ai rapporti con gli "esterni".
Ovviamente, se ogni
uomo avesse una coscienza, gli eserciti sarebbero auto-sciolti.
Ovviamente, se si volesse che gli uomini elaborino una coscienza,
occorrerebbero molte cose, una delle quali è una scuola pubblica
stimata, con professori ben motivati, fonte di senso critico.
prof. Maurizio Ternullo
astronomo presso Istituto Nazionale
di Astronomia - Osservatorio di Catania